Cronaca

cugnoli tre

"Per far rispettare veramente il Decreto bastava solo chiudere i bar: appena l’hanno fatto il paese si è svuotato”, così il sindaco di Cugnoli.

E devo dire che da allora i paesani si comportano con molta consapevolezza, tutti chiusi in casa”. Tra il serio e il faceto, ma non tanto, lo dice Lanfranco Chiola, sindaco di Cugnoli centro montano pescarese di poco più di mille abitanti. “Il paese è deserto. Qualcuno è in quarantena, ma non è quello: ora la gente ha capito che non si scherza”.

99 cannelle

A poche ore dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’ultimo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che stabilisce maggiori restrizioni per fermare l’epidemia del Covid-19, dichiarando tutta Italia “zona rossa”, all’Aquila e si riflette sull’esigenza di chiudere i cantieri edili. L’associazione dei costruttori dell’Aquila garantisce che già da tempo vengono messe in atto tutte le misure preventive per evitare l’esposizione degli operai al rischio di contagio da Coronavirus, prima fra tutte il distanziamento sociale tra i lavoratori. Ma pur essendo d’accordo con la chiusura delle attività edili, legate o meno alla ricostruzione, il presidente Adolfo Cicchetti specifica che mancano ancore precise misure economiche di sostegno e Cassa integrazione straordinaria per il settore

 

guardia finanza

Su disposizione del gip Sandro Pecorella, la finanza di Bologna sta eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di 14 persone, indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti fallimentari, fiscali, riciclaggio e auto-riciclaggio. Le misure riguardano otto regioni (Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Abruzzo, Sardegna e Lazio). Ai domiciliari sono finite cinque persone, altre 9 hanno un’interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche e imprese. Inoltre le Fiamme gialle hanno eseguito il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, di beni mobili e immobili per circa 65 milioni di euro. L’indagine, coordinata dalla pm Michela Guidi, nasce dagli accertamenti su un’azienda con sede a Budrio nel Bolognese, fallita nel 2019 e che, secondo gli investigatori, era stata usata anche per la creazione di crediti tributari falsi.