Cultura

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Il Campus scolastico proposto a Collarmele è davvero la soluzione migliore?

Oppure sono altri i motivi di questa proposta?

E' notizia di questi giorni che con Delibera della Giunta Regionale n° 825 del 08/10/2015 la Regione ha individuato un area nel territorio di Collarmele per la realizzazione di un Campus per la scuola dell'obbligo (elementari e medie) sostitutivo di tutte le scuole dei comuni della Valle del Giovenco, dove dovranno essere portati, se realizzato, tutti i bambini e ragazzi di Cerchio, Aielli, Collarmele, Pescina, Ortona dei Marsi, Bisegna, San Benedetto dei Marsi, Ortucchio, Gioia dei Marsi e Lecce nei Marsi.

La Regione con questa proposta dimostra di sottovalutare le reali esigenze scolastiche di questo territorio perché non si è curata nemmeno di scegliere il luogo in funzione del minor disagio determinato dal tragitto con il quale la maggioranza della popolazione scolastica possa raggiungere il Campus piazzandolo a Collarmele dove, è noto ormai, i pochissimi alunni della scuola dell'obbligo ancora presenti sono già stati spostati nelle scuole di un altro comune.

Praticamente è stato scelto un sito dove alunni non ce ne sono più o quasi! generando un paradosso secondo il quale si prevede di costruire la scuola per tutti dove oggi non ci sono alunni e studenti.

Praticamente, per un risparmio di investimento, la Regione trasferisce un aggravio di spesa alle famiglie della popolazione scolastica rendendola pendolare! e creando un disagio per il tempo ed i mezzi che devono venire utilizzati per raggiungere il Campus.

Supponendo l'utilità, tutta da dimostrare in un territorio estremamente esteso come quello della Valle del Giovenco dove forse i servizi andrebbero portati la dove servono e non accentrati nei posti più distanti e raggiungibili solo con notevoli spese di viaggio, supponendo l'utilità, dicevo, di un unica struttura scolastica dell'obbligo per tutta la Valle del Giovenco, perché per individuare il sito di realizzazione non è stato utilizzato un criterio di centralità? In questo caso la centralità coincide sia geograficamente che per distribuzione territoriale della popolazione scolastica: si trova tra San Benedetto e Pescina dove c'è un area, di proprietà del Comune di San Benedetto dei Marsi, cosa che permette di risparmiare l'esproprio, già destinata a Scuola agraria quindi con vocazione già idonea, non da sottrarre all'agricoltura, molto ampia e sulla quale è già stato approvato un preliminare per un nuovo plesso scolastico e per l'area benessere e sport tipiche di un campus e presentato un progetto definitivo di un edificio scolastico ex-novo (primo lotto dell'intervento).

Nemmeno a farlo apposta, San Benedetto dei Marsi e Pescina hanno il maggior numero di studenti e il sito indicato risulta mediamente più vicino a tutti gli altri comuni proporzionalmente al numero degli alunni presenti (eccesso di lungimiranza da parte di chi lo ha immaginato?).

Questo concetto, ci si sarebbe aspettato, lo avrebbe dovuto evidenziare, durante la riunione tenuta in Collarmele dagli esponenti politici della Regione con i Sindaci degli Enti interessati, l'amministrazione di San Benedetto dei Marsi, ma il sindaco di San Benedetto dei Marsi non ne sapeva nulla! Così dice e a tal proposito ha indetto una riunione martedì scorso con i genitori degli alunni del comune per scaricarsi da questa responsabilità!

AH! e allora dov'era il sindaco di San Benedetto dei Marsi il 25/09/2015, giorno in cui si è tenuta la riunione di Collarmele nella quale gli altri Sindaci presenti hanno espresso le loro opinioni sulla proposta regionale?

Perché il sindaco di San Benedetto dei Marsi non ha presenziato alla riunione per salvaguardare le esigenze della comunità che rappresenta? Perchè ha permesso con la sua assenza che il campanilismo partorisse una proposta cieca alle reali esigenze del territorio? Perché il sindaco di San Benedetto dei Marsi, con la sua assenza, ha permesso agli esponenti regionali di proporre un Campus che è legato soltanto al concetto astratto di Valle del Giovenco, che è bello solo nel titolo, ma che non è risolutivo delle problematiche e delle necessità scolastiche del territorio?

Se l'amministrazione di San Benedetto dei Marsi non avesse osteggiato, immediatamente dal suo insediamento, avvenuto nel maggio 2013, il progetto esistente per la realizzazione di un nuovo plesso scolastico in località Scuole agrarie, dimostrando una lungimiranza che non le attribuiamo, oggi forse non avremmo una proposta insensata da parte della Regione di un Campus a Collarmele per il quale ha previsto una spesa di 2.000.000,00 di Euro che, se paragonata ai 2.100.000,00 Euro previsti soltanto per la realizzazione della scuola media progettata a San Benedetto dei Marsi e non anche per le elementari, rende immediatamente evidente la superficialità e l'inconsistenza economica della proposta regionale. Cioè si iniziano i lavori con pochi spiccioli per dire oggi che gli amministratori della Regione realizzano qualcosa, ma terminati i pochi soldi destinati rimarrà un'opera incompiuta e senza finanziamenti ai successori!

Se l'amministrazione di San Benedetto dei Marsi non avesse osteggiato il progetto esistente forse oggi potremmo discutere sull'opportunità di distribuire la popolazione scolastica della Valle del Giovenco in uno o in due campus tenendo conto della centralità dettata dalla nuova scuola di San Benedetto dei Marsi, dell'economicità di utilizzo e del minor disagio legato al tempo di raggiungimento dagli altri comuni.

Per questo motivo è incomprensibile perché l'amministrazione di San Benedetto dei Marsi ha separato la scuola da quelle di Ortucchio, di Gioia dei Marsi e di Lecce nei Marsi rendendola succursale di quella di Pescina.

In ultimo è chiaro che questi sono argomenti che necessitano una condivisione da parte della Regione con le comunità interessate: è impensabile che pochi esponenti regionali possano decidere un cambiamento così radicale senza sentire le reali esigenze della comunità dai membri stessi di questa comunità, senza sentire le problematiche affrontate quotidianamente da chi di scuola si occupa tutti i giorni, senza ascoltare e tenere conto delle opinioni di chi la scuola la frequenta e delle loro famiglie.

Il consigliere comunale di San Benedetto dei Marsi

Fabrizio Domenico Cerasa

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Premio Nazionale Pratola 2015

Quarta edizione ieri al Teatro Comunale

Tra i premiati Stella, Ranieri, Di Biagio,Paris

Pratola Peligna 16/10/2015 - Grande successo anche quest’anno per la quarta edizione del Premio Nazionale Pratola 2015, organizzato dall’Associazione Culturale Futile-Utile. La manifestazione che si è tenuta ieri, presso il Teatro Comunale del capoluogo peligno, ha visto la partecipazione di importanti esponenti del panorama sportivo, giornalistico, economico, sociale, regionale e nazionale. I riconoscimenti sono stati attribuiti a Gian Antonio Stella, inviato del Corriere della Sera, Cesare Ranieri, direttore del personale del Gruppo Ilva, Luigi Di Biagio, C.T. della Nazionale Under 21, Carlo Paris, direttore RAI Sport, Paolo Assogna, inviato Sky Sport, S.E. Mons. Angelo Spina, Vescovo di Sulmona-Valva. Tra gli altri premiati, Piero e Stefano Di Nino, Maria Assunta Rossi, Maurizio Ferrini, Gaetano Di Cioccio, per la sezione economia e lavoro. Antonio D’Acchille, per l’arte, Adelio Francesco Rosato per la sezione impegno e solidarietà, Ottaviano Giannangeli per la cultura. “La manifestazione è un’iniezione di fiducia per tutto il territorio - ha sottolineato Paolo Assogna, giornalista di Sky Sport - è la dimostrazione che si può evitare di piangersi addosso, anche in un momento di crisi e proporre iniziative che valorizzano le ricchezze del territorio abruzzese.” Il Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe di Pangrazio, presente alla cerimonia tra le autorità, ha voluto rimarcare la vitalità del centro Abruzzo. “Il Premio ha detto Di Pangrazio - evidenzia come l’Abruzzo sia in grado di esportare le nostre eccellenze anche al di fuori del panorama regionale”. A ricevere il premio anche Cesare Ranieri, responsabile delle risorse umane del Gruppo Ilva di Taranto. “Il premio è una vetrina delle eccellenze della regione. La mia presenza testimonia la testardaggine e le volontà degli abruzzesi nell’affrontare le difficoltà della vita. Sto affrontando il mio ruolo con tanta dedizione e impegno. Quello della nostra gente d’Abruzzo”. “Un messaggio di ottimismo e di vitalità da parte di una zona della regione, la valle peligna - ha detto il sindaco di Pratola, Antonio De Crescentiis - dove sono nate e nasceranno ancora imprese capaci di affermarsi a livello nazionale e internazionale.” Il Premio visti i lusinghieri risultati si propone, come spiegato dagli stessi curatori dell’evento, anche per le prossime edizioni, di valorizzare e far conoscere l’impegno di Donne e Uomini che, nei rispettivi campi di intervento, contribuiscono a rendere meno precario, più libero e vivibile il nostro Paese.

P.B.