Cronaca

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A Pescara, la Polizia Ferroviaria sgombera rifugio di romeni. Sgomberata dalla Polfer un’area della stazione centrale di Pescara usata come rifugio di fortuna da senzatetto e disperati. Circa quaranta le persone identificate e fatte allontanare, quasi tutte di nazionalità romena.

L’intervento rientra nell’ambito dell’operazione ‘Stazioni sicure’, condotta dagli uomini della Polizia ferroviaria di Pescara, negli scali di competenza, da Silvi ad Ortona sulla costa e da Pescara a Sulmona, verso l’interno. L’operazione della Polfer, diretta da Davide Zaccone, è stata portata avanti con l’ausilio dei cani antidroga. I senzatetto erano al di sotto di una rampa dello scalo, trasformata in un vero e proprio rifugio, con materassi ed oggetti vari. Per tutte le persone identificate che non risulteranno in regola verrà chiesto alla Prefettura un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale per perdita dei requisiti.

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Continuano i malfunzionamenti e le interruzioni del programma informatico messo a disposizione dei liberi professionisti e dei tecnici delle organizzazioni agricole per la corretta compilazione delle domande di finanziamento previste dal PSR 2014/2020”.Esordisce così Stefano Fabrizi (nell'immagine), Direttore Regionale di Confagricoltura, in merito alle disfunzioni rilevate per l’accesso ai finanziamenti ed alle agevolazioni previsti dal Piano di Sviluppo Rurale. 

Si manifestano continui rallentamenti e blocchi del sistema – spiega Fabrizi - che non riesce ad agganciare le superfici presenti nel fascicolo aziendale da inserite poi nel Business Plan on line, oltre al malfunzionamento sulla firma digitale che non offre alcuna garanzia del buon fine della domanda. I nostri tecnici vivono nell’incertezza più totale, un marasma completo nelle zone interne, come a Fucino.

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Questa mattina, al municipio di Avezzano, è stato siglato il protocollo d'intesa tra il comune stesso, 34 comuni della Marsica e la ASL Avezzano – Sulmona – L'Aquila, per la promozione di interventi a supporto alle persone con sindrome di down e loro familiari. Il protocollo prevede lo sviluppo di un sistema coordinato di servizi pubblici e del terzo settore, con l'intento di accrescere l'autonomia delle persone con la sindrome, rispondere ai loro bisogni, offrire loro la possibilità di sfruttare al massimo le proprie competenze e le potenzialità possedute. Alla base del protocollo, accompagnamento al lavoro, orientamento e integrazione sociale.