Politica

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Comunicato del capogruppo Forza Italia (Regione Abruzzo) Sospiri su ripristino Borse lavoro per soggetti salute mentale

Ancora una volta è toccato a Forza Italia dover alzare la voce e tirare le orecchie all’assessore Paolucci per garantire un provvedimento a tutela della fascia più debole della popolazione, ovvero il ripristino delle Borse lavoro per 61 pazienti psichiatrici di Pescara da parte della Regione Abruzzo. Quello che però non tolleriamo è la lentezza di un Governo D’Alfonso veloce solo con le chiacchiere, non tolleriamo l’ansia generata in 61 famiglie lasciate in bilico sino all’ultimo, tanto da costringerle a minacciare lo sciopero della fame per aiutare i propri congiunti. E non accettiamo una semplice proroga sino al 31 dicembre, quando, di nuovo, il servizio verrà messo in forse: dal governo regionale pretendiamo che tale attività venga disciplinata, regolamentata e istituzionalizzata, prevedendo un fondo specifico da finanziare ogni anno al fine di dare tranquillità, serenità, a famiglie già duramente provate. E di questo parleremo in Consiglio regionale quando giungerà a discussione l’interpellanza che ho presentato, necessaria comunque per capire come sono stati spesi sino a oggi i fondi disponibili, e soprattutto quanto è stato speso”. Lo ha annunciato il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri intervenendo sulla vicenda delle borse lavoro sospese per i soggetti affetti da patologie mentali e che ora sono state improvvisamente ripristinate.

Le borse lavoro – ha ricordato nell’interpellanza il Capogruppo Sospiri – sono state istituite dalla Regione Abruzzo al fine di ampliare, con proprie risorse, gli interventi erogati dalle Asl a favore dell’utenza psichiatrica, e le Asl del territorio, seppur in mancanza del rifinanziamento della legge 94/2000, nel 2015 hanno continuato a erogare le borse lavoro, attingendo a stanziamenti straordinari della Regione o anche con le risorse derivanti da progetti obiettivo. Non solo: le azioni tese a garantire le prestazioni assistenziali e socio-riabilitative, compresi i programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sono previste espressamente come prioritarie nel Piano di Azioni Nazionale per la salute mentale 2013-2020, recepito dalla stessa Regione Abruzzo con Decreto del Commissario ad acta nell’ottobre del 2014. E il Fondo Sanitario Nazionale prevede l’assegnazione di fondi vincolati per la realizzazione di quel Piano 2013-2020, fondi dunque che dovevano ancora essere in cassa. Tuttavia, dal gennaio 2016 è stata interrotta l’erogazione delle borse lavoro su tutto il territorio regionale, con grave disagio sia per i pazienti psichiatrici che ne usufruivano, sia per le famiglie, che di fatto hanno visto interrotto un percorso virtuoso di reinserimento sociale dei propri cari. Fra l’altro è certo che l’interruzione di questa ‘buona prassi’ della sanità abruzzese in tema di salute, avrebbe determinato un aumento del ricorso a trattamenti sanitari particolarmente onerosi e dei trattamenti sanitari obbligatori in regime di ricovero, che incidono sia sulla sofferenza delle persone con un disagio mentale, sia sulla spesa sanitaria delle singole Asl. A fronte del silenzio e dell’immobilismo della Regione ho presentato un’interpellanza per sapere dal Governatore D’Alfonso perché le borse lavoro erano state interrotte, cosa intendeva fare l’amministrazione regionale per garantire la ripresa del servizio, e soprattutto come erano stati spesi i fondi che, in teoria, erano previsti nel Piano sino al 2020. All’improvviso, l’annuncio dell’assessore Paolucci che, a fronte della strigliata, ha predisposto, in fretta e furia, la ripresa del servizio garantendo i fondi necessari. Ovviamente siamo soddisfatti del risultato ottenuto, ma non basta – ha chiarito il Capogruppo Sospiri -: innanzitutto vogliamo sapere da dove sono state pescate le risorse utili al ripristino delle Borse lavoro, ovvero, se erano fondi già disponibili, perché non garantire subito la proroga e lasciare in sospeso per settimane 61 famiglie, con lo spauracchio di vedersi sopprimere un’attività fondamentale per il benessere di utenti affetti da patologie psichiatriche croniche. Se, come dice l’assessore Paolucci, il problema riguardava solo la Asl di Pescara, vogliamo sapere perché l’Azienda pescarese non disponeva più di fondi vincolati e che, in teoria, dovevano coprire il servizio sino al 2020. Infine crediamo che il tempo delle proroghe, per un servizio ormai indispensabile, sia finito: le Borse lavoro per i pazienti psichiatrici vanno istituzionalizzate all’interno del bilancio regionale, garantendo un capitolo finanziario specifico al fine di dare stabilità e un riconoscimento all’attività stessa, e soprattutto di dare garanzie a famiglie, a genitori che giustamente vivono con ansia lo scadere delle singole annualità e hanno bisogno di guardare con serenità al futuro dei propri congiunti malati”.

Pescara, 19.02.2016

Capogruppo Forza Italia

Regione Abruzzo

Lorenzo Sospiri

d alessandro camillo

D'ALESSANDRO: "IL PERSONALE DELL'AGRICOLTURA

SUI TERRITORI NON SI TOCCA"

"Il personale dell'agricoltura sui territori non si tocca. Questa è la decisione assunta in sede politica, ovvero l'indirizzo dato, anche in ragione del fatto che arriverà personale dalle Province. Il trasferimento alla sede di Pescara riguarderà al massimo poche unità del pescarese". Lo afferma Camillo D'Alessandro, coordinatore della maggioranza in consiglio regionale, in replica a Mauro Febbo.

"Inoltre - spiega il consigliere regionale del PD - ritengo che le sedi periferiche vadano valutate sul lavoro che svolgono e sui carichi di impegno, ovvero l'utenza e la domanda. Ogni riforma deve partire da qui".

"Certo - conclude D'Alessandro - appare singolare che i rappresentanti delle presunte vittime, i "sindacati", si rivolgano al "carnefice" visto che l'implosione dell'assessorato all'agricoltura è iniziata con la chiusura dell'Arssa ad opera di Mauro Febbo".

febbo mauro 180211 rep 06

AGRICOLTURA, FEBBO A D’ALESSANDRO: NON AVENDO ARGOMENTI GETTA FANGO SU ALTRI

L’AQUILA – “Non avendo argomenti, seri e concreti, l’ex sottosegretario D’Alessandro, oggi Consigliere "risponditore" con deleghe alle repliche, si avvale del solito, stantio e ipocrita motivetto del “colpa vostra” addossando su altri la responsabilità dei disastri causati dalla rivoluzione dalfonsiana che ha coinvolto la Direzione agricoltura”. 
E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo a proposito delle dichiarazioni di Camillo D’Alessandro. “Poi mi domando – prosegue Febbo – perché risponde proprio lui e non il diretto interessato, l’assessore Pepe? Per quanto riguarda la chiusura degli uffici non certo io ad essermela immaginata ma esistono una serie di determine direttoriali le cui ultime in ordine temporale sono la n.82, la n.83, la n.84 del 15 febbraio scorso”.

“Non sa come replicare le denunce che non arrivano solo dal sottoscritto, ormai da mesi, ma anche dalle Organizzazioni Professionali politicamente vicine al centro sinistra e addirittura dalla Cgil  oltre che da Cisl : perché non risponde a loro? Resta il fatto che la situazione all’interno degli uffici dell’agricoltura è assolutamente grave con ingenti ritardi di un’attività pesantemente ingessata e non in grado di rispondere efficacemente alle richieste dell’utenza. Perché non risponde sui fondi non spesi dell’ultima programmazione e soprattutto sui ritardi ormai ingiustificati sul nuovo Psr???? Mi auguro davvero che D’Alessandro sia consapevole di cosa stia facendo il suo governo regionale perché c’è il rischio che su di loro cadano le responsabilità di un disastro che l’Abruzzo e il suo comparto agricolo non possono davvero permettersi”.