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Pubblicato: 05 Ottobre 2020
Con il ballottaggio, terminato nel pomeriggio di lunedì 5 ottobre, Avezzano, dopo il commissariamento di oltre un anno, dovuto alla sfiducia all'ex sindaco De Angelis, ha finalmente una nuova amministrazione, con l'elezione a sindaco di Gianni Di Pangrazio (dopo la bocciatura di tre anni fa). Al primo turno il nuovo sindaco era stato sostenuto da otto liste civiche, anche se con la presenza di alcuni ex consiglieri del PD e del centrodestra. Alle 8 liste dello stesso Di Pangrazio, si sono aggiunte le sei liste di Mario Babbo, bocciato come candidato sindaco al primo turno e le due di Antonio Del Boccio che, con la vittoria di Di Pangrazio, viene eletto consigliere, mentre gli altri rimangono fuori, così come decretato sempre al primo turno. La sconfitta di Tiziano Genovesi, che si è battuto onorevolmente (considerata la spaccatura del centrodestra con FI e le sue tre liste), di fatto ha consentito una vittoria del centrosinistra; probabilmente l'unico obiettivo del Partito di Berlusconi (e non si capisce perché) era di far perdere il centrodestra così come avvenuto a Chieti. I numeri parlano chiaro: le 8 liste di Di Pangrazio, le 6 di Babbo, le 2 di Del Boccio e le 4 della Taccone, hanno fatto sì che lo stesso Di Pangrazio ritornasse a palazzo di città, per la seconda volta, con una maggioranza "bulgara" che, però, adesso, dopo la dura fatica per il primo e per il secondo turno, inizia da neo sindaco una "Missione (quasi) Impossibile" per "accontentare" molte "bocche fameliche", composte da transfughi, voltagabbana, ex portaborse e vari personaggi che fino a qualche mese fa, inondavano i siti e la stampa di foto e incontri con quello o quell'altro assessore del centrodestra. Una cosa è chiara: la Lega resta comunque il primo partito a Chieti e ad Avezzano e il PD è ai minimi termini nel Capoluogo marsicano.