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Pubblicato: 03 Settembre 2016
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Scoperchiò l'inferno, nel luglio scorso, la chiusura di Neurochirurgia, all'ospedale di Avezzano, ma si parlò, complici le rassicurazioni di Asl e Regione, di un provvedimento provvisorio. A distanza di due mesi, però, la vicenda pare dimenticata, così come nell'oblio è finita la data del 15 agosto per la ventilata, a suo tempo, riapertura del reparto. Reparto che, il primario dell’Aquila, Renato Galzio, chiuse, dopodiché si dimise, ma neanche delle sue fantomatiche dimissioni si sa più nulla. Le amministrazioni comunali sul territorio marsicano, intanto, con vari incontri, hanno evidenziato ed evidenziano come, la chiusura di Neurochirurgia, stia provocando una serie di problemi, tra cui i trasferimenti dei pazienti all'Aquila, non senza disagi.
Più volte è stata chiesta la riapertura del reparto che serve un territorio molto vasto, molto più di quello aquilano, e tutto questo tran tran non va che a nuocere alla tempestività, in alcuni casi medico - chirurgici, fondamentale. Ed emodinamica? A luglio funzionava a singhiozzo, tre giorni a settimana, con eventuale trasferimento obbligatorio dei pazienti. Pare, però, che oggi le emergenze siano garantite, anche se rimane il problema della carenza di personale. Il medico da assumere, in sostituzione dello specialista che si è improvvisamente dimesso, ad emodinamica, non è stato assoldato, sempre a discapito, è ovvio, dell'utenza.
E perché la figura vacante non viene sostituita? Dov'è la magagna? Ricordiamo che emodinamica è un reparto gravato da superlavoro. Energiche le posizioni prese nei mesi scorsi dal mondo politico e sindacale, ma ad oggi una sorta di sonnolenza ha rimpiazzato l'enfasi. La Marsica e la sua sanità, possono ancora ben sperare? Neurochirurgia: ferita aperta su un reparto (ancora) chiuso. Ormai è chiaro che Tordera (sopra, nell'immagine di "Telesirio"), è stato indicato da Cialente solo per difendere l'ospedale dell'Aquila.