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CARO ENERGIA, CRISI FRANTOI IN ABRUZZO: “PREZZI RECORD, MEGLIO RESTARE CHIUSI”

– Dagli uliveti alle tavole, in mezzo tradizioni secolari che pure narrano di raccolti deludenti ai quali però si aggiungono, in questo infausto momento storico, gli insostenibili rincari, dalle bollette ai materiali. E così per la raccolta delle olive in Abruzzo ci si prepara ad un anno nero, senza precedenti, con il rischio concreto di vedere sempre meno olio italiano, in questo caso abruzzese, nelle dispense. Un rito irrinunciabile in particolare lungo la costa, dal Chietino al Teramano, eppure sono numerosi i frantoi sul territorio regionale che hanno deciso di non aprire, come anticipa un frantoiano della provincia di Chieti: “Tra i costi delle bollette e dei materiali ormai arrivati alle stelle, non sarebbe conveniente avviare l’attività neanche con una raccolta eccezionale”. Circostanza che non si è comunque verificata, in quanto, spiega: “la qualità delle olive quest’anno non è delle migliori e in questo sicuramente non ci ha aiutato il tempo. Si tratta di una condizione di incertezza con la quale abbiamo a che fare tutti gli anni, non è una novità. Questa volta però si aggiungono i rincari e, considerando che sarebbe impossibile una molitura sotto ai 20 euro al quintale e che l’olio extravergine non si riuscirebbe a vendere a meno di 12 euro al litro, un prezzo record mai raggiunto dalle nostre parti, è facile intuire l’eventuale livello di insoddisfazione dei clienti”. C’è poi l’ormai tristemente nota questione dell’energia, “che per noi al momento è un’incognita. Non sappiamo neanche quanto potremmo arrivare a pagare, ma le previsioni non sono incoraggianti e non possiamo permetterci nessun tipo di sorpresa, il rischio è di non rialzarci più”.