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Pubblicato: 06 Giugno 2024
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L’AQUILA:PROCESSO APPALTI BENI CULTURALI
– Gare d’appalto con ribassi consistenti, che in seguito le ditte esecutrici, in accordo con i funzionari pubblici indagati, avrebbero avuto modo di
recuperare durante i lavori con le cosiddette “perizie di variante”, riassegnate ad affidamento diretto o con procedure negoziate senza gara.Su questa
vicenda giudiziaria portata avanti dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto Operativo dell’Aquila, riguardante il recupero post-sisma del
patrimonio culturale vincolato, la procura della Repubblica del capoluogo abruzzese, ha depositato le richieste di condanna scritte per 7 imputati su
23 totali, per la maggior parte con posizioni che vanno nella direzione dell’assoluzione o della prescrizione. Accuse, ovviamente, tutte da provare.
Reggono, al momento, le contestazioni di corruzione e falso dove sono state avanzate dure richieste di condanna. Per Giustino Vito Giuseppe, di Bari,
presidente del consiglio d’amministrazione e rappresentante della società cooperativa “L’internazionale”, sono stati chiesti 6 anni e 8 mesi di
reclusione; per Lionello Piccinini, dell’Aquila, nella veste di responsabile unico del procedimento, 10 anni; per Leonardo Santoro, di Potenza,
dipendente dell’Internazionale, 6 anni e 8 mesi; per Antonio Zavarella, di Sulmona, presidente della Commissione collaudo, 7 anni e 8 mesi; per
Michele Fuzio, di Bari, progettista, 3 anni; per Mauro Lancia, di Pesaro, imprenditore, 3 anni e infine per Pasquale Marenna, di Benevento, geometra,
2 anni. Il falso e la corruzione sul cantiere di ricostruzione del Teatro comunale dell’Aquila sono le principali accuse mosse.