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Pubblicato: 27 Giugno 2024
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L'AQUILA: MAXI RISARCIMENTO
- Una trasfusione sbagliata dopo un parto prematuro, costò alla vittima una serie di patologie degenerative che ne causarono il decesso. A distanza di 58 anni
la Corte d’appello dell’Aquila ha riconosciuto ai familiari della donna un risarcimento per 1 milione di euro.Riconsociuto il danno biologico al contrario di
quanto aveva invece rigettato il tribunale di Avezzano in primo grado.L’errore medico l’11 gennaio del 1966, nell’ospedale di Avezzano, quando G.P. fu sottoposta
a emotrasfusione per compensare l’eccessiva perdita di sangue durante il parto, dalla quale contrasse un’epatopatia cronica Hcv correlata,vale a dire
un’infiammazione del fegato protratta nel tempo, evoluta negli anni in cirrosi epatica e in insufficienza epatica terminale, che determinarono l’aggravamento
dellecondizioni di salute della donna e la successiva morte nel gennaio del 2009.I due eredi hanno fatto causa al ministero della Salute per omessa vigilanza
rispetto alla pratica terapeutica trasfusionale.