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L'AQUILA: OMICIDIO D'AMICO

- «Troppe sono state le indagini non effettuate e nemmeno prese in considerazione, nonostante la pluralità di elementi che le richiedevano. Troppe le
supposizioni e le ipotesi alle quali si è cercato di attribuire valenza probatoria, troppe le prove mancanti e troppi i tentativi di sostituirle con
meri e inconsistenti indizi. Troppe le inesattezze, le imprecisioni e le dichiarazioni incongruenti e irrilevanti che affastellano la sentenza impugnata»
Così l’avvocato difensore di Gianmarco Paolucci, macellaio di 29 anni dell’Aquila,del Foro di Milano si è pronunciata nel ricorso alla Cassazione per
chiedere l’annullamento della sentenza di 2o grado e lo svolgimento di un nuovo processo presso un'altra sezione della Corte d’Assise d’Appello, per il
proprio assistito, condannato in 1o grado e in Appello a 15 anni di reclusione per l’omicidio di Paolo D’Amico, avvenuto nel 2019 a Barisciano.