TERAMO:OMICIDIO DI SILVI

- Esattamente un mese dopo aver ucciso suo padre nella villetta a schiera dove lui era tornato a vivere con i genitori a Silvi ha ottenuto gli arresti
domiciliari in quella stessa abitazione con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico e la possibilità, nel tempo, di poter uscire più volte a
settimana per andare a fare la spesa e da allora non ha più rimesso piede in carcere. Poi il processo fino alla condanna in primo grado a 25 anni di
reclusione per omicidio volontario aggravato, scontati in Appello a 21 anni. Ieri, dopo che in seguito al ricorso in Cassazione presentato dal suo avvocato
difensore, gli atti erano stati rinviati alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia perché era stata dichiarata fondata la questione della concessione delle
attenuanti generiche prevalenti sulle circostanze aggravanti, Giuseppe Di Martino si è visto ulteriormente scontare la pena di un terzo, rideterminata
quindi in 14 anni di reclusione per l’omicidio del padre. Per adesso, però, Di Martino resta ancora a casa ai domiciliari.