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Farà discutere una sentenza-pilota della Cassazione applicata a L’Aquila. Il “selfie” osceno del minorenne non è reato se non vi è costrizione.

Il principio della Suprema Corte è stato pronunciato risolvendo un caso presentatosi proprio al Tribunale dei Minori dell’Aquila: “L’autoscatto pornografico del minore non è punibile nel caso non sia frutto di una costrizione”. Non c’è dunque reato se è l’autore stesso a fare circolare il materiale tramite amici o amiche. Il fenomeno social non è stato ritenuto di per se’ in grado di ricadere in una ipotesi di reato specifica, ma lo diventa se collegato allo sfruttamento della prostituzione, a quello della pornografia stessa o al turismo sessuale e quant'altro. Con questo principio, la 3a sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura dei Minori dell’Aquila, la quale aveva chiesto la punizione di chi aveva diffuso e visionato i selfie liberamente scattati e spediti dal minore.