Cronaca

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Ad Avezzano bar e ristoranti dovranno smontare gazebo e pedane perché è scaduta la convenzione con il comune, stipulata ai tempi dell'amministrazione Floris.

Il caso è molto delicato e destinato a far discutere in città, dopo che per settimane si è dibattuto sul regolamento per l’arredo urbano che autorizzava la permanenza dei gazebo.

Gazebo e pedane sono stati montati grazie a un’autorizzazione provvisoria, rilasciata dal Comune ma non più valida.

Per occupazione del suolo pubblico si intende tutto ciò che viene appoggiato o che proietta la propria ombra a terra sul suolo pubblico. La legge consente che il privato o un'azienda possano utilizzare, per una serie di scopi specifici, una parte del terreno pubblico sottraendolo alla disponibilità di altri, previo il pagamento di un canone d'occupazione. Questa occupazione può essere di diversi tipi, anche cosiddetta "permanente ricorrente" quando viene autorizzata per un periodo da 60 a 180 giorni, ricorrente per almeno 2 anni consecutivi a condizione che conservi le stesse caratteristiche, come ad Avezzano, ma che non è mai "eterna". Le strutture di cui parliamo, non devono essere ancorate al suolo come manufatti che devono rimanerci, bensì contemplabili in modo temporaneo. Eppure, nonostante il provvedimento non sia più valido, i dehors (che molti, in città, non amano per una serie di motivi pratici), non scompaiono ancora. E le autorità che fanno?

canistro santa croce

E’ ancora da chiarire quanto accaduto ieri sera a Canistro tra alcuni operai che lavorano allo stabilimento della Santa Croce.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, sembrerebbe che un dipendente che abita a Canistro Superiore abbia teso un vero e proprio agguato a tre colleghi, all’imbocco tra la strada regionale e la strada che scende in paese.

Pare che l’uomo abbia atteso l’arrivo di tre dipendenti e che sulla strada li abbia fermati sbarrando loro la strada.

ospedale

E’ rimasta in fila con i genitori per circa quattro ore per sostenere la visita di invalidità all’Inps. Alla fine però viene rimandata a casa perché non ha la carta d’identità. L’episodio ha visto protagonista una bambina di sei anni ed è avvenuto ad Avezzano dove una famiglia marsicana è stata costretta ad attendere un’intera mattinata per un controllo. I genitori erano stati convocati con un messaggio sul cellulare arrivato nel mese di ottobre al padre della piccola da parte di InpsInforma dopo che, nel gennaio scorso, avevano deciso di fare una richiesta di invalidità civile, presentando apposita domanda. Quindi sono stati convocati dalla Asl in via Monte Velino per la visita davanti alla commissione medica, per la quale sarebbe stato sufficiente presentare la carta d’identità del genitore, ma la bambina, infine, non è stata sottoposta ad alcun esame.