Cronaca

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Completati i lavori di ripristino, avviati già nelle prime ore dopo l’ondata di piena e proseguiti senza sosta, per un importo di circa 300mila euro

Anas ha riaperto al traffico la strada statale 650 “di Fondo Valle Trigno” nel tratto danneggiato dal maltempo lo scorso venerdì 27 novembre, tra gli svincoli di Mafalda e San Salvo/Montenero, in provincia di Chieti. Il transito è regolare in entrambe le direzioni.

Sono stati infatti completati i lavori di ripristino, avviati tempestivamente già nelle prime ore successive allo straripamento del fiume Treste che aveva eroso parte della terra di rilevato (scarpata). Gli interventi, del valore complessivo di circa 300mila euro, hanno riguardato, in particolare, la ricostruzione della scarpata stradale e soprastante piano viabile nonché la realizzazione di una scogliera a protezione dell’infrastruttura. Gli eventi alluvionali - come già chiarito - non avevano invece danneggiato il ponte che infatti non è stato oggetto di interventi strutturali.

Anas raccomanda prudenza nella guida e ricorda che l`evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito web www.stradeanas.it oppure su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all`applicazione `VAI Anas Plus`, disponibile gratuitamente in “App store” e in “Play store”. Gli automobilisti hanno poi a disposizione il numero 841-148 ‘Pronto Anas’ per informazioni sull’intera rete Anas.

pescara filovia e wwf 221012 serv 02Comunicato del Coordinatore cittadino FI Cerolini su ennesimo dramma del freddo e del degrado a Pescara

Quando un uomo di 47 anni, senza un tetto, senza una famiglia, muore per il freddo in un casolare abbandonato, quella morte è una vergogna per la città e per l’amministrazione comunale che aveva il dovere di garantire una rete di assistenza adeguata. Purtroppo già lo scorso settembre, a fronte dei ‘casi’ simili che avevano caratterizzato l’estate, avevo lanciato l’allarme sui rischi dell’inverno e sono stato accusato dall’assessore delegato Diodati di ‘speculare sui morti’. Oggi credo che l’intera giunta Alessandrini debba solo chiedere scusa all’uomo, di origine polacca, ucciso, con ogni probabilità, dalle temperature ghiacciate della notte, che si sono aggiunte a una situazione generalizzata di degrado. Ora chiedo al sindaco Alessandrini quanti altri casi simili dovremo aspettarci per questo inverno, e cosa dobbiamo aspettare prima che adotti le opportune iniziative per garantire a tutti i clochard della città un riparo adeguato e sicuro almeno di notte”. La denuncia arriva dal Coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini a fronte del caso dell’uomo di 47 anni trovato morto ieri in una baracca abbandonata in via Valle Roveto, a due passi dal fiume.

Si tratta di una morte annunciata e prevedibile, frutto del taglio dei servizi che sino a un anno e mezzo fa il Comune di Pescara riusciva a garantire con l’amministrazione di centro-destra, servizi oggi ridotti al lumicino se non scomparsi – ha osservato il Coordinatore Cerolini -. Lo scorso settembre avevo lanciato il primo allarme, dopo l’ennesimo decesso estivo di un uomo trovato in casa, dopo giorni dalla sua morte, proprio perché solo, privo di una rete di assistenza, familiare o comunale, un pensionato che non aveva alcun parente e che il Comune non aveva neanche censito al fine di inserirlo nei meccanismi di monitoraggio inaugurati dal centro-destra. In quella occasione ricordo le accuse dell’assessore Diodati circa il mio presunto ‘speculare’ sui morti, atteggiamento miope di chi non riesce a cogliere l’invito a porre rimedio a una situazione di rischio che era inevitabilmente destinata ad aggravarsi con l’arrivo dell’inverno. E ho di nuovo lanciato l’allerta poche settimane fa, fotografando l’accampamento che ogni notte si ripete in piazza Sacro Cuore, dunque in pieno centro, con decine di disperati che dormono all’addiaccio, sotto il cielo di stelle, con temperature oggi tornate a toccare lo zero di notte, sistemati su cartoni, con appena una coperta vecchia per tentare di arginare il freddo, aiutandosi con qualche bevanda alcolica per sentire meno il gelo che penetra fino alle ossa. Anche in quel caso ho chiesto alla giunta Alessandrini di sapere che fine avesse fatto la rete di sostegno ai clochard, che ogni notte, per cinque anni, sono stati monitorati, sistemati nelle strutture della Caritas convenzionate con il Comune, prima via Gran Sasso, poi il dormitorio di via Alento, oltre che negli alberghi sempre convenzionati, almeno 5 strutture sparse sul territorio e disponibili a svolgere tale servizio. Senza dimenticare che ogni notte erano mobilitati i mezzi del Centro Operativo sociale e della Croce Rossa per verificare la situazione nei punti meno ‘visibili’ del territorio, dunque casupole abbandonate, i ponti, le panchine, i giardini, per individuare chi fossero e dove fossero dislocati coloro che eventualmente erano sfuggiti alla nostra rete, rifocillarli, controllare le loro condizioni di salute, e attivare tutto il meccanismo di assistenza comunque per non lasciarli soli. E il nostro protocollo ha funzionato perché per cinque anni non un clochard è morto all’addiaccio per il freddo. Ieri invece il primo decesso, di un uomo di appena 47 anni, sicuramente affetto da patologie invalidanti, sulle quali è piombato il dramma di non avere un riparo, di essere costretto a dormire in una baracca abbandonata, priva anche di finestre, dunque completamente aperta e ghiacciata, privo di qualunque protezione. Un decesso che, temiamo, a questo punto non sarà neanche l’ultimo, perché è evidente l’impreparazione della giunta Alessandrini nell’affrontare tale problematica: i clochard di piazza Sacro Cuore sono ancora in piazza; tutta l’area circostante la stazione ferroviaria è piena di senzatetto che di notte si avvolgono in una coperta e dormono all’aperto; i giardinetti del terminal bus sono un dormitorio a cielo aperto, con i disperati che addirittura cercano rifugio tra i cespugli o sotto un albero. Siamo al dramma del degrado e dell’abbandono totale, mentre il sindaco si preoccupa di dare a Pescara uno stadio nuovo o il teatro Michetti o un ponte del cielo. Oggi Forza Italia pretende di sapere quali sono le misure attive nel settore sociale per togliere di notte dalla strada i senzatetto e garantire loro un riparo; quanti sono i posti letto disponibili nei dormitori di via Gran Sasso e via Alento, dunque quanti sono effettivamente i clochard che vi possono trovare riparo; quanti sono i posti letto disponibili negli alberghi; e quanti sono i disperati che dormono in strada”.

Pescara, 14 dicembre 2015

Coordinatore cittadino Forza Italia

Guido Cerolini

ranieri gianluca
IL REFERENDUM E’ IL CUORE DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
 
RANIERI M5S “E’ INCREDIBILE CHE UN SINDACO TACCIA SU UN QUESTIONE COSI’ IMPORTANTE” 
 
"Nell'ultima seduta della seconda commissione sono stati ascoltati due cittadini aquilani membri del comitato promotore sul referendum per il Gran Sasso. Aldilà delle tematiche che attengono i SIC attualmente vigenti,  ritengo positivo aver ascoltato le posizioni di semplici cittadini, soprattutto in un momento in cui qui a L'Aquila non viene tutelato il diritto degli stessi di esprimersi attraverso un referendum.
 
“E’ diritto di ogni cittadino esercitare la propria sovranità tramite referendum. Quello che sta accadendo a L’Aquila ha del paradossale”. Con queste parole il consigliere regionale Gianluca Ranieri commenta l’intricata vicenda dell’attuazione del referendum cittadino. 
 
Ad oggi l’empasse per la costituzione del comitato dei garanti si è creata con la nomina del 3° componente.  “ Questo “ostacolo” – sottolinea Ranieri – può essere ovviato con la nomina da parte del Presidente del Tribunale di un delegato per la partecipazione nel comitato che, pur di elevate competenze, non sia un magistrato. Del resto nell'articolo 15 del regolamento sugli Istituti di partecipazione” continua Ranieri “ è previsto che il comitato dei Garanti sia composto, tra gli altri, dal segretario generale del Comune che se non erro è una carica ad oggi ricoperta da un avvocato. Pertanto immagino che non ci sarebbe da scandalizzarsi se il Presidente del Tribunale di L'Aquila scegliesse il suo delegato al Comitato dei Garanti ad esempio tra gli avvocati iscritti nell'apposito albo del foro aquilano”. 
 
“I criteri di scelta” propone Ranieri “potrebbero basarsi  sull'anzianità di iscrizione e/o sulle specifiche competenze in materia, di modo da non incorrere nel veto che il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso in merito alla partecipazione di un giudice nel Comitato. E' una soluzione come può esserlo quella (probabilmente più lenta) di modificare lo Statuto ed il regolamento di partecipazione; di certo c'è che una scelta va fatta ed in tempi rapidi perché ad oggi gli aquilani sono di fatto privati del diritto di esprimersi attraverso il referendum, qualunque ne sia la proposta”. 
 
“ Un diritto fondamentale per ogni cittadino e non si capisce come il Comune di L'Aquila, in persona del suo Sindaco, possa restare in silenzio ed immobile verso una tematica così delicata, invece di impegnarsi con tutte le proprie forze per rimuovere gli ostacoli che impediscono il referendum, dando così voce ai propri concittadini. "