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Pubblicato: 01 Settembre 2016
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LIRIS A CIALENTE: SEI SINDACO GRAZIE ALLE C.A.S.E.! SI’ AL MODELLO AQ!
Ho aspettato che passasse il giorno dei funerali dei fratelli di Amatrice ma ora non posso più tacere: troppe sciocchezze sono state dette sul “modello L’Aquila” da parte della sinistra sia a livello nazionale che locale. Posso accettare le corbellerie di qualche giornalista di partito, della “povera” Serracchiani, di un Presidente del Consiglio in caduta libera che utilizza il dramma del sisma per rilanciare la propria immagine, insomma, di gente che non c’era e che neanche ha interesse a conoscere la verità; non posso, però, accettare vergognose bugie da chi ha vissuto in presa diretta il dramma aquilano. Prima di parlare del “modello L’Aquila” bisognerebbe sciacquarsi la bocca! Se Massimo Cialente è stato rieletto nel 2012 Sindaco della città dell’Aquila lo deve alla risposta emergenziale - in primis abitativa - che è stata messa in piedi da Bertolaso e dalla Protezione Civile Nazionale. Ricordo benissimo l’entusiasmo, i sorrisi e la soddisfazione che caratterizzavano i volti di Cialente e Pezzopane quando sgomitavano per tagliare i nastri dei Progetti CASE e Map accanto all’odiato Berlusconi e al rinnegato Bertolaso. Se Massimo Cialente oggi parla da Sindaco è perché condivise e avallò la decisione presa nell’immediato post-sisma di costruire abitazioni per i cittadini aquilani, perché condivise e avallò la scelta di costruire strutture per le scuole e l’università, che ripresero il loro corso già in autunno, dopo soli 4 mesi: queste scelte hanno consentito agli aquilani di rimanere qui, di poter rivendicare la presenza dei corsi universitari, di poter difendere il nostro Ospedale (nonostante i continui tentativi di sciacallaggio che caratterizzarono, soprattutto, i primi mesi). Se ci fossero state scelte diverse non ci sarebbe stata più una città! Sento e leggo di “esperti” (?) che paragonano il sisma aquilano del 2009 a quello di Amatrice: mi mette paura l’ignoranza e l’approssimazione con cui si fa disinformazione, addirittura si confronta un dramma che ha coinvolto centomila sfollati con uno che ne ha visti duemila; Amatrice è paragonabile ad una delle frazioni aquilane, e neanche alla più grande. L’unico termine di paragone, purtroppo, riguarda le vittime del sisma. Invito il Sindaco e gli atri esponenti della sinistra ad evitare ricostruzioni false della storia dell’Aquila dopo il 2009: le figuracce sono dietro l’angolo, dato che siamo tutti testimoni! Auguro a d Amatrice il “modello L’Aquila”!
Guido Quintino Liris Capogruppo Forza Italia Comune dell'Aquila