d alessandro camillo

D’ALESSANDRO SU NOMINA GARANTE DEI DETENUTI ABRUZZESI

Sorprendono le parole di Rita Bernardini in merito alla non ancora avvenuta elezione a Garante dei detenuti abruzzesi. Ma ciò è esclusivamente addebitabile ad una incredibile norma statutaria, quindi impossibile da modificare in breve tempo, che prevede una maggioranza qualificata di 21 voti. Come noto la maggioranza esprime 18 voti in Consiglio e la norma consegna dunque all’opposizione il diritto di veto.

Maggioranze così vincolanti sono previste nell’ordinamento, ad esempio per i giudici della Corte Costituzionale, ma in quel caso – trattandosi di un organo collegiale – è possibile trovare un’intesa sulla composizione. Nel caso di specie, trattandosi di un organo monocratico non si consente ad una maggioranza che ha vinto le elezioni (e dunque che ha diritto di scegliere) la nomina senza il contributo di almeno tre voti dall’opposizione. E’ nostra intenzione cambiare questa norma cloaca, poiché deve prevedersi per le nomine monoelettive la maggioranza semplice alla terza votazione, altrimenti il sistema impazzisce.

Parlo da coordinatore della maggioranza: la storia secondo cui mancherebbero al nostro interno i numeri non solo non è vera ma è possibile provare il contrario. Stupisce infine come esponenti del Partito Radicale abruzzese – mi riferisco a Ricardo Chiavaroli, già consigliere regionale uscente e candidato con Forza Italia – non riescano a convincere dopo mille passaggi i propri rappresentanti a votare non certo un nome di parte ma una competenza nazionale indiscussa quale Rita Bernardini.

Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale