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Pubblicato: 30 Dicembre 2016
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La realtà politico-sociale delle nostre aree interne è stata “denunciata” con crudezza e lucidità non dalla politica ma dai vescovi di Sulmona ed Avezzano. Monsignor Spina, nel corso della celebrazione della Messa in suffragio della sfortunata Fabrizia, vittima dell’odio terroristico, ha affermato che “Fabrizia, come tanti giovani, ha dovuto lasciare Sulmona per trovare lavoro altrove, perché questa nostra terra amata non riesce a dare speranza alle nuove generazioni che cercano lavoro”. Monsignor Santoro, molto presente a fianco dei lavoratori, soprattutto a quelli che rischiano il licenziamento, nel corso dell’intervista da parte del giornalista Monaco della RAI, ha evidenziato la scarsa attenzione della politica rispetto alla realtà marsicana, caratterizzata da una crisi profonda e soprattutto dalla assoluta mancanza di prospettive occupazionali per i giovani. La gravità e realtà delle affermazioni dei due vescovi evidenzia l’ inadeguatezza della politica e la scarsità propositiva delle istituzioni: una situazione che, se non immediatamente interrotta, determinerà un ulteriore impoverimento sociale delle nostre aree, con sempre meno giovani e sempre più anziani.
Rispetto a queste denunce, peraltro più volte riaffermate a livello nazionale da Papa Francesco, si auspica un immediato “risveglio” della politica e delle istituzioni, il cui compito primario, in questo particolare gravissimo periodo, non può che ricercare sviluppo e occupazione. Uno scatto di rinnovamento che la politica non può più rimandare: anche perché, quando vuole, dimostra di saper affrontare le emergenze, come è avvenuto con l’approvazione in Parlamento dello stanziamento di € 20 miliardi a sostegno e salvaguardia del sistema bancario. Certo, salvare le banche, è opportuno ma aiutare concretamente i giovani è ancora più necessario e urgente. Allora mi viene da prospettare un’ ipotesi di lavoro: dei € 20 miliardi stanziati € 10 miliardi restano a favore delle banche e € 10 miliardi per creare, anche in maniera straordinaria e temporanea, nuova occupazione per i giovani italiani ma soprattutto meridionali. Già vedo i sorrisi di sufficienza dei politici “preparati” e dei “liberisti” (spesso grandi utilizzatori di fondi pubblici) che si affretteranno a liquidare questa ipotesi di lavoro qualunquista e banale, anche se forse sarebbe utile alla politica e alla serenità sociale riflettere che non è banale il dramma di migliaia di famiglie di giovani senza lavoro e, purtroppo, come denunciano i vescovi “senza speranza nel futuro”.
Mario Panunzi