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I cittadini di Avezzano, così come previsto per legge, hanno votato sia per il nuovo sindaco che per il nuovo consiglio comunale (ossia due votazioni distinte – voto disgiunto) e, per eleggere il sindaco è stato necessario il ballottaggio (adempimento non previsto per i comuni con meno di 15 mila abitanti), mentre, per il consiglio comunale, la coalizione di Di Pangrazio ha ottenuto il 51,60%. Il ministero degli interni ha attribuito 13 consiglieri, alla coalizione di Di Pangrazio, 9 a quella di De Angelis, uno al Movimento 5 Stelle, uno a Casciere. Invece, con incredulità, si è rimasti sbalorditi nell'apprendere che, la commissione elettorale, presieduta da Eugenio Forgillo, ha ribaltato il risultato, previsto come da legge, confermato dal ministero, attribuendo oltre la maggioranza dei seggi (15), a De Angelis e tale decisione sarebbe stata assunta per consentire (questa la giustificazione addotta), la governabilità della città. Ciò, tradotto, in realtà, significa: "il voto degli avezzanesi non vale nulla". In questo stesso periodo, nella città di Maddaloni (CE), dove si è verificata la medesima problematica elettorale, il caso è stato risolto diversamente, con l'intervento del ministero. Adesso, ad Avezzano, si profila una serie di fondati ricorsi, il che potrebbe significare che sei consiglieri su 15 sono in procinto di fare le valigie.