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E’ stato il tenace lavoro della Giunta regionale

di centrosinistra a curare il piano di emergenza e protezione civile per il

Lago di Campotosto, presentato ieri dall’esecutivo di centrodestra come se

fosse venuto fuori dal cilindro della nuova maggioranza”, sottolinea il

consigliere regionale *Antonio Blasioli.

 “Marsilio ha solo immaginato un lavoro messo in piedi dalla A alla Z nei

1.500 giorni di Giunta di centrosinistra, tanto da risultare

all’avanguardia su tutte le dighe nazionali e colmare un’attesa durata

vent’anni – illustra il consigliere PD - Per arrivare al documento l’allora

Presidente D’Alfonso ha costruito un lavoro imponente, gomito a gomito con

il Prefetto dell’Aquila, il Genio civile e la Protezione civile, che

risulta dai numerosi verbali delle decine di riunioni e tavoli tecnici e di

confronto svoltisi per l’accertamento delle necessarie condizioni di

staticità e sicurezza idraulica e sismica delle dighe presenti nella

Regione Abruzzo. Questo, a fronte anche dell’emergenza che si è creata dopo

il sisma del 18 gennaio 2017, che ha fatto diventare prioritaria la messa

in sicurezza delle tre dighe del lago di Campotosto, l’invaso artificiale

più grande d’Europa, che nella primavera scorsa hanno finalmente ottenuto

il certificato di Protezione civile, necessario per la redazione del piano

e a cui nessuno, prima, aveva lavorato.

E’ stata la Regione, a guida centrosinistra ad attivarsi nei confronti

degli altri enti interessati e del gestore delle tre dighe per risolvere la

grave mancanza dei certificati di Protezione civile e a predisporre le

migliori professionalità del settore che hanno materialmente redatto il

piano approvato nei giorni scorsi, pronto già nella primavera, in modo da

poter diventare operativo per le stagioni più a rischio idrogeologico.

Subito dopo, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dell’Enel,

che gestisce le dighe di Campotosto, due dipartimenti regionali, di

Protezione Civile e delle Infrastrutture, hanno messo a punto una capillare

rete di numeri telefonici e persone preposte a intervenire in caso di

calamità, primo fra tutti il terremoto. Parliamo di un lavoro davvero

certosino che ha coinvolto soprattutto i sindaci ciascuno dei quali ha

dovuto e dovrà, a sua volta aggiornare i piani di Protezione civile del

proprio Comune, avendo ben chiara la situazione di risorse e mezzi sul

fronte e prioritario il controllo del territorio per attivare prevenzione,

oltre che interventi”.