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Pubblicato: 23 Dicembre 2019
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“Prima la Costituzione Italiana e le leggi, di questo dovrebbe occuparsi la maggioranza di centrodestra al posto di amministrare la cosa pubblica con toni propagandistici che non portano alcun giovamento né alla Regione, né agli abruzzesi. Con la severa e doverosa impugnazione da parte del Governo, che ha inteso sottoporre alla Corte Costituzionale la legge regionale voluta dal centrodestra sull’assegnazione e gestione delle case popolari, emerge con chiarezza la superficialità e l’arroganza dell’attuale classe dirigente della destra abruzzese. La reazione scomposta di vari esponenti di maggioranza è ingiustificata poiché siamo di fronte ad un’impugnazione che evidenzia con precisione le disposizioni illegittime e discriminatorie, che avevamo puntualmente individuato in Consiglio Regionale, proponendo specifici emendamenti e chiedendo di modificare le norme, prima della loro definitiva approvazione .
Un esempio, l’ultimo in ordine di tempo, dell’inadeguatezza di questa maggioranza di centrodestra che prima ancora del bilancio scritto a mano, il primo della storia della Regione Abruzzo, ha prodotto in nove mesi solo tre leggi di riforma, tutte con criticità palesi: la prima, quella sulle case popolari, impugnata dal Governo ; la seconda sui consorzi di bonifica è stata integralmente riscritta sulla base delle indicazioni delle opposizioni di centrosinistra; la terza, istitutiva dell’Agenzia della protezione civile, priva di risorse e lacunosa in quanto non provvede ad una riforma complessiva del servizio di protezione civile regionale, anche alla luce della importante riforma nazionale approvata con legge 1/2018. Nove mesi di governo regionale di Marsilio e della Lega improvvisati e pasticciati, caratterizzati da costanti litigi e nessuna attenzione al buon andamento dell’amministrazione regionale e ai provvedimenti di cui gli abruzzesi e l’economia del nostro territorio hanno realmente bisogno.
La legge sull’edilizia residenziale pubblica impugnata dal Governo contiene diverse norme che si pongono in contrasto con i canoni di ragionevolezza e con il principio di uguaglianza e non discriminazione previsto dall’art. 3 della Costituzione repubblicana; norme che risultano inoltre invasive della competenza esclusiva statale in materia amministrativa, di ordine pubblico e sicurezza, e violano l’art. 18 del Trattato dell’Unione Europea e l’art. 14 della Convenzione dei diritti dell’Uomo. Si tratta di profili che le opposizioni di centrosinistra avevano puntualmente evidenziato sia durante la discussione in Commissione che in Aula, proponendo numerosi emendamenti, tutti respinti dalla maggioranza, che erano finalizzati ad evitare palesi forzature, frutto di un indirizzo ideologico di destra estrema che sempre di più caratterizza l’operato della Giunta Marsilio.
Gli esponenti di maggioranza , che oggi si esercitano sui mezzi di informazione in generiche e infondate dichiarazioni di contestazione della decisione del Governo, avrebbero fatto bene invece a preoccuparsi per tempo, agendo nel rispetto della Costituzione e delle leggi vigenti ed evitando un uso strumentale della funzione legislativa regionale, sempre più orientata ad agitare bandiere propagandistiche di interesse nazionale e funzionali non agli interessi degli abruzzesi ma ad alimentare una competizione tra Lega e Fratelli d’Italia sul terreno di inaccettabili politiche discriminatorie”.
(Sopra: il consigliere regionale Giovanni Legnini.)