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Pubblicato: 07 Febbraio 2016
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L’AQUILA - La guerra mediatica sulla scelta del nuovo direttore generale dell’Azienda sanitaria numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila è “una gazzarra che è sintomo di quale sia il livello non eccelso degli esponenti della nostra politica”, con uno dei protagonisti, Massimo Cialente, sindaco del capoluogo, presidente della conferenza dei sindaci della Asl e medico della stessa azienda, che “è in conflitto di interesse” e dal quale invoca “più decoro”. Rompe il silenzio con parole di fuoco in un’intervista esclusiva ad AbruzzoWeb il manager uscente, Giancarlo Silveri, non più in servizio dal 31 dicembre scorso dopo 6 anni di mandato, e la sua stroncatura è totale sull’operato del sindaco: “Si vede come ha ridotto L’Aquila!”, sbotta, aggiungendo: “Ci vorrebbero pudore e onestà intellettuale, ma mancano”. Un Silveri che dai toni parrebbe già entrato in campagna elettorale ma che, assicura a questo giornale, non sta pensando a una candidatura a sindaco nel 2017 nella fila del centrodestra. La guerra è tra chi vorrebbe un manager non appartenente al mondo sanitario e non necessariamente aquilano, Cialente e, forse, il governatore, Luciano D’Alfonso, da una parte; chi invece vorrebbe un medico e aquilano, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, in maniera sfumata il vice sindaco, Nicola Trifuoggi, alcuni consiglieri comunali aquilani di maggioranza e opposizione, 35 sindaci del territorio, Ordine dei medici e così via, dall’altra. “Fare proclami a priori non ha senso” ammonisce Silveri, sempre in riferimento a Cialente che, però, non nomina mai: “Se si fosse visto l’elenco (dei 127 papabili manager, ndr) di quelli residenti in provincia dell’Aquila e si fosse detto ‘per me nessuno e capace e ritengo debba essere scelto fuori’, sarebbe un discorso fattibile. Invece dev’essere di fuori e non medico. Ma perché, perché i medici che sono nell’elenco sono schifati?”. “È il sintomo di una scadente qualità di chi dovrebbe fare una programmazione oggettiva e non finalizzata a se stesso - continua ancora nella stroncatura - Nel caso di Cialente, mi pare ci possa essere conflitto di interessi e mi pare che abbia dimostrato la sua capacità amministrativa per come è ridotta L’Aquila, basti pensare a temi come l’Accademia dell’immagine”. Ora che ha le ‘mani libere’ da incarichi istituzionali Silveri svela anche qualche retroscena negativo del periodo, durato un anno e 3 mesi, in cui il primo cittadino è tornato al lavoro nella stessa Asl alle sue dipendenze, all’interno dell’ufficio di Risk management della direzione generale. “Quando è rientrato in azienda ho cercato di consentirgli di potersi esprimere, poi quando è stato messo in discussione il suo fare come gli pareva, ha cominciato a gridare ‘Al lupo al lupo, vogliono impedirmi di scoprire delle cose’ - ricorda l’ex dg - A quel punto ho fatto una cosa molto semplice, ho tolto la responsabile del servizio che, molto correttamente, gli aveva ingiunto di rispettare gli orari di lavoro (Patrizia Masciovecchio, ndr), e gli ho detto adesso fai tutto quello che ritieni e scopri tutto quello che c’è da scoprire”. “Non ho neanche visto il prodotto del suo lavoro, non mi ha portato un pezzo di carta - svela - E immaginiamo che cosa avrebbe fatto se avesse trovato qualche scheletro nell’armadio! Un po’ più di decoro non ci starebbe male”. Silveri non riserva lo stesso trattamento a pesci in faccia al governatore D’Alfonso. “A Pescara e Chieti ha nominato i direttori senza tutti ‘sti trambusti perché, evidentemente, le realtà del territorio erano d’accordo su quello che andava facendo - fa presente - Qui si trova a dover mediare su posizioni fortemente contrapposte anche perché non può spaccare il territorio politicamente”. “Starà cercando, per quanto possibile, di individuare una soluzione, se non sarà possibile farà come gli pare, com’è legittimato a fare, peraltro”, ipotizza. Sulla “gazzarra” per la successione, l’ex manager vede anche un risvolto in termini di pubblicità negativa per la stessa Asl. “Il brutto è che questo trambusto dà l’impressione che si dovesse affrontare chissà quale drammatica situazione della nostra sanità: non è così - assicura - Questo potrebbe anche spaventare la gente che potrebbe non fidarsi e scegliere di non farsi assistere all’Aquila”. “Tuttavia 35 sindaci dell’area aquilana, e nell’area marsicana e peligna sarebbe stato lo stesso, e l’ordine dei medici attestano che c’è una situazione sostanzialmente buona, mentre gli unici a cui non va bene sono quei tre-quattro che da 25 stanno al timone di questo territorio”, chiaro riferimento alla triade composta, oltre che da Cialente, dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, e dalla senatrice Stefania Pezzopane. Tanto ardore fa pensare, appunto, a una prima schermaglia elettorale, ma l’interessato nega. “Assolutamente no, questa cosa della candidatura non me la sono inventata io e non credo si realizzerà, gli aspetti anagrafici non mi suggeriscono una cosa del genere”, spiega lui che compirà 72 anni a giugno. “Parlo da cittadino di questo territorio che credo abbia il dovere, come tutti, come Cialente e i suoi compagni di avventura politica, di dire quello che pensa. E questo non necessariamente avendo l’etichetta addosso”, conclude. CIALENTE A SILVERI, ''TI PREOCCUPA UN MANAGER LIBERO'' L’ex manager della Asl aquilana Giancarlo Silveri è “infastidito e forse preoccupato” dall’ipotesi di un “direttore generale libero” come suo successore che magari “vada a rivedere tutta una serie di bandi ed esternalizzazioni”. Questa la replica, affidata alla rete sociale di Facebook, del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, all’intervista concessa a questo giornale da Silveri nell’ambito del feroce dibattito in corso sulla nomina, tra sostenitori di un manager non medico e non aquilano, il solo Cialente, e chi vuole un medico del capoluogo, molti altri. Silveri ha tacciato il sindaco di “conflitto di interessi”, tema su cui Cialente non ribatte, mentre la replica è piccata sulle accuse di scarsa produttività nel periodo che ha passato tornando al lavoro alla Asl in un ufficio della direzione generale. “Non posso, per educazione, non rispondere. Prendo atto che l'ex direttore sanitario (generale, ndr) ignora completamente la differenza tra controllo di gestione e risk management. Errore di gravità estrema per un manager, ma spiega bene tutta la storia”. “Io seguivo il risk management. Preparai un corso, lo tenni, poi invitai il direttore a inviare a un corso nazionale un collega o una collega giovane - prosegue - Gli spiegai l'importanza del risk management. Lui pensava che fosse cosa da Hercule Poirot o Dylan Dog”. “È chiaro che il manager è infastidito e forse preoccupato - fa notare il primo cittadino - Niente niente che un direttore generale libero vada a rivedere tutta una serie di bandi ed esternalizzazioni, sulle quali, tranne la mia voce, vi è stato un silenzio assordante, a cominciare dal presidente dell'Ordine dei Medici... Che però se la prende con me?”. “Mi chiedo, tutto questo agitarsi, ma cosa nasconde? Qui non stiamo decidendo chi guiderà gli Stati Uniti, l'Onu, la Commissione Europea eccetera eccetera. Oh, è un direttore generale di Asl!”. “Ma non vi sembra che ci sarebbe allora da pensare che vi sia il terrore che possa arrivare qualcuno al di fuori del cerchio magico? E che ci sta, sotto sotto?”, conclude misterioso.
DA ABRUZZO WEB
DI Alberto Orsini