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 La pronuncia della Consulta apre la strada al referendum sui voucher, i cosiddetti buoni lavoro del valore di 10 euro lordi, cambiati ed ampliati dal Jobs Act e che il quesito referendario della Cgil mira a sopprimere, eliminando, di fatto, tutte le disposizioni attualmente vigenti sul lavoro accessorio.

 

Il Governo, deve ricondurre i voucher alla funzione per i quali erano stati disegnati, ovvero dare copertura previdenziale e assicurativa alle attività occasionali, portandole fuori dal lavoro nero.

 

Nel caso in cui l’Esecutivo dovesse farlo con una nuova norma, il referendum cadrà; tuttavia la nuova norma dovrà prima passare al vaglio dell’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, per controllare l’aderenza o meno all’istanza del quesito referendario.

 

Antecedentemente al referendum, mediante la tracciabilità dei voucher, era già stato fatto “un intervento correttivo che però non è stato sufficiente”, ha spiegato il professor Vittorio Angiolini, avvocato che ha rappresentato le istanze della Cgil di fronte alla Corte Costituzionale sui referendum sul Jobs Act. “Anche una nuova normativa che venisse predisposta ora – ha proseguito il legale – deve soddisfare il quesito referendario (…). Serve una modifica che riformi la sostanza dell’istituto”.