Cronaca

chieti comune

CHIETI: FALLISCE LA TEATESERVIZI

- Si aprono le porte del fallimento per Teateservizi, la società a capitale pubblico del Comune di Chieti, che si occupa di riscossione tributi e gestione dei
parcheggi a pagamento. A decretarlo sono stati i giudici del tribunale di Chieti che, dopo l’udienza dello scorso 23 gennaio, non hanno concesso l’omologa al
concordato stilato dal liquidatore.Fallisce quindi la società pubblica creata nel 2007 dall’allora sindaco Francesco Ricci con il compito di riscuotere i tributi
comunali e che poi, nel corso degli anni, ha assunto anche nuovi servizi. E ora si aprono nuovi scenari non solo per la quarantina di dipendenti della società,
ma anche e soprattutto per l’intero Comune, ente già' in dissesto finanziario.

 

inail

L'AQUILA: AMIANTO KILLER

- La Corte d'Appello dell'Aquila ha condannato l'Inps a riconoscere le maggiorazioni amianto e a ricostruire la posizione contributiva di Luigi Vitullo, della
provincia di Chieti, morto a 54 anni di mesotelioma pleurico epitelioide a causa dell'esposizione professionale alla fibra. Le perizie tecniche-ambientali del
consulente tecnico d'ufficio (Ctu) confermano che l'operaio chietino, che dal 1976 al 1987 ha prestato servizio in diverse aziende nella provincia di Chieti,
durante le sue mansioni è stato esposto direttamente e indirettamente a polveri e fibre di amianto. L'Inps anche dopo il riconoscimento dell'Inail ha continuato
a negare l'esposizione ad amianto nonché benefici e prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto spettanti alla vedova, costringendo a una nuova causa. La
domanda in 1o grado è stata rigettata, ma in appello il ricorso è stato accolto. L'Istituto è stato quindi condannato al ricalcolo della pensione di indennità
con un aumento di circa 5mila euro all'anno. Inoltre, la donna dovrà percepire 80mila euro circa tra gli arretrati dell'Inps e quelli dell'Inail.

 

scuola alunni

PESCARA: NONNA TERRIBILE

- L’affetto della nonna per le sue nipotine è talmente morboso che, al timore che possano essere allontanate, si è trasformato in persecuzioni contro l’intera
famiglia. È per questo che una donna di 68 anni rischia il processo per atti persecutori, minacce aggravate e continue e danneggiamento con incendio. Secondo
quanto ricostruito dalla procura, la vicenda non ha avuto inizio tra le mura domestiche, ma a scuola. L’imputata, infatti, è anche preside di elementare e media
di Pescara, le stesse scuole frequentate dalle nipoti di 9 e 11 anni. La dirigente scolastica, forte del suo ruolo, avrebbe strettamente controllato le due bambine,
seguendole nei corridoi, irrompendo ripetutamente nelle loro aule, spostando il proprio ufficio sul loro piano e monitorandole dalla finestra. A lungo andare,
l’eccessiva attenzione della nonna paterna ha turbato le nipoti, le quali si sono rivolte ai loro genitori. Quando quest’ultimi l’hanno rimproverata, nella mente
della donna si sarebbe fatta largo l’idea di poter perdere, anche a causa dell'intervento dei familiari, l’affetto delle nipoti. Così, tra aprile e maggio dello
scorso anno, l’imputata avrebbe recapitato inquietanti messaggi anonimi al figlio, alla nuora e ai consuoceri. «Farete una brutta fine, è una delle diverse
minacce messe nero su bianco. Addirittura, la donna sarebbe responsabile anche di due incendi: in due distinte occasioni, avrebbe dato alle fiamme lo zerbino e
il bidone dell’immondizia della famiglia perseguitata.