Cronaca

 

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TERAMO: FAMIGLIA A GIUDIZIO

- Non ha retto al voto di povertà, e di fronte alle necessità materiali della vita si è visto costretto a richiedere il reddito di cittadinanza pur essendo un frate. Nulla di male se non fosse che dai controlli è risultato che padre Giuseppe, 32 anni, quel sostegno economico ormai abolito lo avrebbe percepito indebitamente. E con lui anche i suoi genitori entrambi 57enni, loro invece percettori della pensione di cittadinanza, tutti e tre, ieri, rinviati a giudizio dal gup Marco Procaccini proprio per questa accusa prevista dal decreto legislativo 4 del 2019.

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TERAMO: IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E FALSI PERMESSI SOGGIORNO, 44 DENUNCE

- Al termine di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo, sono stati denunciati 44 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati connessi alla commissione di truffe ai danni dello Stato, al reimpiego di proventi illeciti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta ha consentito di ricostruire un complesso disegno criminoso gestito da un faccendiere, individuato come amministratore di fatto di società formalmente intestate a prestanome, il quale, avvalendosi della collaborazione di professionisti contabili e del lavoro operanti nella provincia di Teramo, avrebbe ideato e messo in atto un sistema fraudolento, finalizzato all’acquisizione di erogazioni pubbliche non dovute, al rilascio irregolare di permessi di soggiorno e all’ottenimento indebito di pene alternative alla reclusione in carcere.

 

fucino

12 marzo 25

Futuro incerto per il Fucino: il Consiglio Regionale rinvia ancora la legge sul fotovoltaico

Confagricoltura: "Migliaia di ettari di terre incolte e senza vincoli sono già disponibili per questi impianti”.

Il Consiglio regionale, dopo il lungo dibattito in Commissione Ambiente, non è riuscito ieri ad approvare la legge che definisce le aree idonee e non idonee per l’installazione di pannelli solari e impianti di energie rinnovabili. Il confronto proseguirà nella seduta di venerdì 11 marzo, con l'obiettivo di trovare una sintesi tra i numerosi emendamenti presentati.

"Siamo profondamente delusi dalle nuove proposte emendative, che non forniscono alcuna garanzia contro il rischio di un'occupazione indiscriminata dei suoli agricoli fertili, con particolare riferimento alla piana del Fucino" afferma Fabrizio LobenePresidente di Confagricoltura L'Aquila. "La nostra Organizzazione ha lavorato intensamente per suggerire ai Consiglieri di maggioranza e di opposizione soluzioni che tutelino le aree agricole più produttive della regione".

"Il 18 marzo 2025 è stata convocata la conferenza di servizio decisoria per il via libera alla realizzazione dell’impianto irriguo su 7.000 ettari del territorio fucense, un intervento dal valore di circa 200 milioni di euro. Ci chiediamo se questo investimento sarà destinato a garantire l’acqua agli ortaggi della piana o ai pannelli fotovoltaici", prosegue Lobene.

Confagricoltura ha sempre sostenuto l’innovazione tecnologica come strumento di progresso per il settore agricolo, ma ritiene che sia necessario procedere con cognizione di causa, senza compromettere un patrimonio di valore inestimabile come la piana del Fucino.

Per questo motivo, Confagricoltura ha proposto di destinare, all'installazione di impianti per le energie rinnovabili, i terreni agricoli abbandonati, incolti o insufficientemente coltivati, già censiti e inseriti nella Banca della Terra d'Abruzzo, istituita con la legge regionale 26 del 2015 e gestita dai comuni. La normativa prevede che i Centri di Assistenza Agricola (CAA) collaborino con i comuni per individuare queste aree, che rappresentano migliaia di ettari potenzialmente disponibili senza compromettere le terre più fertili.

Confagricoltura sottolinea inoltre che, nel convegno organizzato dal Movimento Cristiano dei Lavoratori ad Avezzano lo scorso dicembre, il direttore dell’Organismo di Coordinamento Agea ha presentato dati satellitari che confermano l'esistenza, nei nostri territori, di migliaia di ettari non coltivati e potenzialmente utilizzabili per questi impianti.

"Chiediamo con forza ai consiglieri regionali di rivedere il provvedimento, affinché lo sviluppo delle energie rinnovabili non avvenga a scapito della nostra agricoltura. Il Fucino non è solo un'area produttiva, ma un'eccellenza riconosciuta, frutto del lavoro e degli investimenti degli imprenditori agricoli.

Siamo favorevoli all'innovazione, ma riteniamo che debba essere implementata con responsabilità e pianificazione. La Regione Abruzzo possiede già una legge per il recupero dei terreni abbandonati, offrendo una soluzione concreta per l'installazione di impianti rinnovabili senza sacrificare suoli fertili. Chiediamo che questa strada venga percorsa con determinazione, per garantire uno sviluppo sostenibile che tuteli il nostro patrimonio agricolo e le imprese che lo rendono grande", conclude Lobene.

Cordiali saluti

Stefano Fabrizi

Direttore

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