Cronaca

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CHIETI: ROGO DOLOSO

- Sembrava uno dei roghi da consegnare agli archivi come accidentale o comunque di autore rimasto ignoto. Invece, per l’incendio che la notte del 3 settembre del 2022 distrusse e danneggiò ben sei auto e un garage in via Baroncini a Chieti, c’è un processo: Antonio Di Santo, 31enne di Guardiagrele, è accusato di danneggiamento seguito da incendio. Il movente potrebbe essere una vendetta nei confronti del proprietario di una delle auto, con le fiamme che si propagarono velocemente dalla vettura presa di mira a quelle parcheggiate vicino. Ma sarà il processo dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Chieti ad accertarlo con precisione. Gli inquirenti hanno poi trovato una pista, esaminando le immagini della telecamera di un condominio che si trova lungo via Baroncini: nel buio della notte mostrano una persona della quale non si vede il volto. Ma la svolta è arrivata con il riconoscimento, attraverso gli abiti indossati dal presunto piromane, operato da una donna che conosce bene Di Santo e che ha dichiarato ai carabinieri di averlo riconosciuto «anche se non viene ripreso in viso» dal suo modo di camminare, dalle scarpe che indossava quella notte e dal giubbotto.

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SULMONA: TENSIONI IN CARCERE

- Ancora alta tensione nel carcere di Sulmona, dove un detenuto campano di 53 anni ha minacciato gli agenti penitenziari con un fornellino del gas. Il grave episodio è avvenuto sabato sera. L’ergastolano, che già in passato aveva seminato il panico all’interno dell’istituto penitenziario peligno, ha prima scagliato gli arredi contro gli agenti e poi ha imbracciato il fornello del gas minacciando di dar fuoco ai poliziotti e alla cella. Dopo diverse ore i baschi blu sono riusciti a calmarlo e far rientrare l’allarme che aveva agitato e non poco anche gli altri reclusi. L’aggressione del detenuto campano sembra essere collegata al sequestro del pacco postale che conteneva 300 grammi di hascisc nascosti nei salumi.

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TORTORETO: ACCUSATO DI TRUFFA AGGRAVATA

– Avrebbe intascato circa 80mila euro in più negli ultimi due anni, gonfiando le sue busta paga attraverso operazioni contabili: dopo aver chiesto scusa, dichiarando di aver cominciato a restituire i soldi, è stato trasferito in un altro settore. Ed è così che, dopo aver ammesso le proprie responsabilità, un dipendente dell’Ufficio Economato del Comune di Tortoreto, ha conservato il suo posto di lavoro. Indagato con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, la Procura aveva chiesto per lui la misura interdittiva della sospensione dell’attività, richiesta non accolta dal gip che ha ritenuto insussistenti sia le esigenze cautelari che il rischio di reiterazione del reato. Intanto l’inchiesta prosegue, così come è al lavoro la commissione comunale di garanzia per far luce sulla vicenda, scavando anche nelle annualità precedenti.