Cronaca

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Centro Studi Ignazio Silone

Comune di Pescina

XX ed. Premio Internazionale Ignazio Silone

Pescina, 29 e 30 aprile 2016

Comunicato stampa: XX Edizione del Premio Internazionale “Ignazio Silone”. Programma delle giornate, nomine dei vincitori e ragioni del conferimento.

Si terrà a Pescina nei giorni 29 e 30 aprile la cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti in seno al Premio Internazionale “Ignazio Silone”, prestigioso appuntamento letterario voluto per omaggiare la figura del celebre scrittore nato a Pescina nel 1900, giunto quest’anno alla sua ventesima edizione. Una kermesse patrocinata dalla Regione Abruzzo ed organizzata grazie agli sforzi congiunti del Comune di Pescina e del Centro Studi “Ignazio Silone”, che avrà luogo nella splendida cornice del complesso monumentale trecentesco che oggi ospita il teatro San Francesco, il museo Ignazio Silone e la sala conferenze dedicata allo scrittore sito nel centro storico della città.

Di seguito la scaletta della due-giorni:

29 aprile 2016

Presso il Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila, alle 11:30, il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio e il Consigliere Regionale Maurizio Di Nicola incontrano il vincitore del premio Drago Jančar (del quale riportiamo di seguito una breve biografia). Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16:30, presso la Sala Conferenze del Teatro S. Francesco – dove si terranno anche tutte le altre cerimonie – lo scrittore sloveno incontrerà i giovani studenti dell’Istituto Comprensivo “Fontamara” di Pescina. Alle 17:30 i ragazzi dell’Ass.ne Culturale “Il Laboratorio” di Pescina daranno lettura di brani tratti dalle opere di Silone e Jančar in collaborazione con l’attrice e figlia d’arte Alessia Amendola. Concluderà la prima serata della manifestazione l’esibizione, presso il Teatro S. Francesco, della corale della città “Octava Dies”, diretta dal Maestro Mario Di Legge e con la partecipazione del Maestro Francesco Mammola.

30 aprile 2016

Presso la Sala Conferenze del Teatro S. Francesco, a partire dalle ore 10:00, si dipanerà la giornata di celebrazione della XX Edizione del Premio. Apriranno le autorità con i saluti di rito, ai quali seguiranno i conferimenti dei premi ai vincitori delle singole sezioni. Per la sezione “tesi di laurea quinquennale” verranno premiati ad ex aequo la dott.ssa Leila Kechoud (Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara) ed il dott. Matteo Iarlori (Università Statale di Pisa). Seguirà la premiazione della sezione “Scuole secondarie di secondo grado della Regione Abruzzo”, con il conferimento del premio agli studenti Alessandro Tibaldi del Liceo Classico Statale “A. Torlonia” (Avezzano), Cecila Pelino dell’Istituto Tecnico Economico per il Turismo “A. Argoli” (Tagliacozzo), Augusto Ranalli del Liceo Scientifico Statale “A. Volta” (Francavilla al Mare, sez. di Ortona), Valeria Apostolo dell’Istituto Tecnico Statale Economico “G. Galilei” (Avezzano) e Dea Peleksic dell’Istituto Tecnico Commerciale per Geometri “Aterno-Manthonè” (Pescara).  Momento altamente qualificante della giornata sarà il conferimento del Premio Internazionale “Ignazio Silone” allo scrittore sloveno Drago Jančar, che riceverà il riconoscimento dalle mani del Presidente della Regione Luciano D’Alfonso per aver messo in risalto la condizione dei popoli “perseguitati o annientanti dal potere o dall’ignoranza” facendosi “cantore della libertà e dei sentimenti democratici”.

La seconda giornata prosegue con l’assegnazione del “Premio Fontamara”, che verrà conferito al Prof. Emanuele Felice, giovane ma affermato studioso abruzzese che ha saputo con le proprie ricerche stimolare una riflessione critica sulle problematiche relative alla situazione del Mezzogiorno. La menzione speciale “Che fare? A Fontamara…” in seno al Premio verrà consegnata allo studioso e storico di Pescina Diocleziano Giardini, cultore di storia e tradizioni locali, custode e attento responsabile dell’Archivio “Ignazio Silone” donato al Comune di Pescina dalla vedova dello scrittore Darina Laracy. Concluderà la mattinata il momento nel quale verrà conferita la cittadinanza onoraria al Prof. Emmanuele F.M. Emanuele, mecenate italiano e promotore di grandi eventi culturali, nonché Presidente della Fondazione “Terzo Pilatro – Italia e Mediterraneo” per il Suo coinvolgimento diretto nella ristrutturazione della casa natia di Ignazio Silone. Da sempre grande estimatore dell’autore pescinese, uomo di profondissima cultura e conoscenza delle problematiche sociali, Emanuele (già vincitore a Roma del XIX Premio per la Cultura “Ignazio Silone”) ha voluto per mezzo della fondazione da lui diretta co-finanziare le spese per i lavori di ristrutturazione della casa natia di Ignazio Silone, donata nel dicembre 2015 al Comune di Pescina dagli eredi dello scrittore, che presto potrà accogliere la nuova sede del museo dedicato all’autore e potrà essere aperta al pubblico al fine di ottenere la valorizzazione sociale e culturale che una tale risorsa merita. Considerata la rilevanza dell’intervento, e considerato il contributo che il Prof. Emanuele ha voluto offrire come Presidente della “Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo” ma ancor prima come uomo amante della cultura, il Sindaco della Città di Pescina Stefano Iulianella coglierà l’opportunità concessa dalla vetrina del Premio Silone per conferire la cittadinanza onoraria all’illustre mecenate.

Nel pomeriggio, alle ore 16:00 ci sarà la presentazione dell’audiolibro “Le avventure di Tonio Zappa”, lavoro basato sull’opera siloniana per la realizzazione del quale ha prestato la voce l’attore e doppiatore Edoardo Siravo e ha curato le musiche il Maestro Guido Ruggeri. Concluderà la giornata e l’intera manifestazione l’assegnazione del Premio “Fontamara” alle Istutuzioni che andrà all’ Associazione Biblioteche d’Italia. I temi del Premio “Fontamara” verranno poi approfonditi in una tavola rotonda diretta dai Proff. Walter Capezzali e Enzo Fimiani.

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Stefano Iulianella Sindaco di Pescina

Biografie dei Vincitori e motivazioni dei conferimenti

Drago Jančar è uno scrittore, drammaturgo e saggista nato a Maribor (Slovenia) nel 1948, da famiglia partigiana. Interessato sin da giovanissimo all’arte letteraria e giornalistica, ha diretto diversi giornali e riviste ai tempi degli studi universitari, attività che gli è costata alcuni mesi di reclusione per l’accusa di aver effettuato propaganda ostile al regime comunista. Dopo la traumatica esperienza della leva militare in Serbia, durante la quale subisce numerose vessazioni a causa del suo atteggiamento “sovversivo”, torna in Slovenia per dedicarsi unicamente all’attività di scrittore con fortuna alterna, e a quella di sceneggiatore di opere teatrali e cinematografiche. A seguito della morte di Tito, con la progressiva democratizzazione del Paese, riesce a trovare le giuste risorse per pubblicare i suoi romanzi, opere di stampo prevalentemente sociale, in cui vengono analizzati temi delicati come il rapporto fra uomo e istituzioni repressive, con uno stile laconico ma spesso pungente. Alla produzione letteraria se ne accompagna una fortemente saggistica, in cui l’autore analizza le vicende politiche e sociali di Europa e Slovenia, sostenendo prevalentemente la causa dell’impegno civile e la difesa delle minoranze. Considerato uno dei maggiori scrittori Sloveni viventi, già vincitore di prestigiosi premi nazionali e internazionali, le sue opere sono state tradotte in 18 lingue.

Alla luce di un’esperienza di vita così profondamente segnata, esperienza che ha saputo sfociare in una produzione letteraria sapiente e impegnata, Jančarviene premiato con la seguente motivazione:

Narratore, saggista, drammaturgo, pubblicista, Drago Jančar, con una scrittura realistica e fantasiosa, con uno stile intriso di sottile ironia, si fa squisito cantore della sua Slovenia, della libertà, dei valori democratici, del sentimento dell’amicizia tra popoli. Quanto più, questi, sono perseguitati o annientati dal potere o dall’ignoranza, tanto più, “cristianamente”, risuonano alti, luminosi, universali”.

I due tesisti premiati sono il Dott. Matteo Iarlori “per aver sottolineato in modo rigoroso il valore della proposta Siloniana quale fuoriuscita dagli alienanti meccanismi sociali attraverso una “alternativa umana” e letteraria”, e la Dott.ssa Leila Kechoud “per aver descritto la ricchezza della produzione intellettuale di Silone e la ricezione del suo messaggio nel mondo attraverso un’ampia analisi tematica e stilistica della sua opera”.

Per ciò che concerne il Premio “Fontamara”, al prof. Emanuele Felice (Lanciano, 1977), Professore associato di Economia Applicata presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, è stata riconosciuta la capacità di fornire “un nuovo filo d’Arianna per avventurarsi nel labirinto degli studi sulla <questione meridionale> senza restarne confusi, a cavallo tra studi di scienza economica e sociale, procedendo senza nascondere simpatie e antipatie nei confronti dei diversi filoni storici già noti, ma esprimendo una propria convinta posizione”. All’abruzzese Emanuele Felice, rinomato docente universitario ma anche prolifico autore ed editorialista, è stato riconosciuto il merito di aver attirato, da meridionale, nuove attenzioni sul perché il Sud è rimasto indietro ed aver contribuito ad alimentare un nuovo dibattito in una prospettiva di riscatto. Felice, con le sue ricerche ben condensate nel volume Perché il Sud è rimasto indietro” (2014, Il Mulino), non solo racconta di un Mezzogiorno che continua ad essere più povero, arretrato nelle condizioni di vita dei diritti sociali e nelle libertà civili, ma si interroga sull’assenza di una narrazione che sappia dar conto di un fallimento, affinché possa essere premessa di un auspicato riscatto. “I meridionali – dice Felice – vengono in tal modo privati non soltanto della libertà; la libertà di poter decidere del proprio destino che solo un reddito decente, una buona istruzione, la fruizione di diritti collettivi e personali possano consentire. Sono privati anche della verità: un rigoroso discorso analitico che permetta di capire perché sono giunti a questo punto, in base a quali ragioni, ed eventualmente per responsabilità di chi”.

Il Premio Fontamara alle Istituzioni va all’Associazione Italiana Biblioteche (AIB). Attiva dalla sua data di fondazione – il 1930 –è costantemente impegnata sia nell’ambito della promozione dei valori attinenti alla pubblica lettura intesa come strumento di salvaguardia sociale e di elevazione culturale, sia nel campo della tutela e valorizzazione della professione bibliotecaria, di cui ha promosso, seguito e favorito con successo anche il costante adeguamento alle nuove metodologie, sollecitato dal progresso tecnologico e dalle necessità di potenziamento di un moderno ed irrinunciabile servizio di alta valenza. Nel momento in cui anche la Regione Abruzzo, così come altre prima di questa, affronta il problema relativo alle quattro ex biblioteche provinciali, storiche depositarie di preziosi giacimenti bibliografici ed erogatrici di irrinunciabili servizi a centinaia di migliaia di fruitori, il Premio Fontamara assegnato all’AIB vuole segnalarne il prezioso ruolo ma anche contribuire ad attirare l’attenzione delle pubbliche autorità e della società intera sulla necessità di tutela e valorizzazione per un essenziale presidio e servizio socio culturale. Servizio al quale Silone si rivolgeva costantemente, come ci fa sapere quando, nella Introduzione all’Avventura di un povero cristiano, ci informa di aver salutato un conoscente mentre entrava negli austeri saloni della Biblioteca Provinciale “Salvatore Tommasi” dell’Aquila.

Menzione Speciale “Che fare? A Fontamara…” va a Diocleziano Tiziano Giardini, nato a Pescina il 10.10.1959, socio aderente dell’ONAS (Ordine Nazionale Autori e Scrittori) e Socio della Deputazione Abruzzese di Storia Patria dal 1987, Priore della locale Confraternita di S. Berardo (Vescovo e patrono della Marsica). Cultore di storia e tradizioni locali, è stato corrispondente di riviste e quotidiani regionali (Radar Abruzzo, Il Centro, Il Messaggero). Fin da ragazzo è stato organizzatore, ideatore e realizzatore di numerose attività culturali e sociali, civili e religiose. Segretario del Centro Studi Ignazio Silone di Pescina dal 1988 al 1997 e dal 2013 ad oggi, nel periodo tra il 1994 ed il 2000 è stato custode e responsabile dell’Archivio Ignazio Silone donato al Comune di Pescina dalla sig.ra Darina Laracy, vedova di Ignazio Silone. Nell’aprile del 1996, proprio Darina Laracy ebbe modo di scrivere al Sindaco di Pescina: “in queste settimane ho potuto apprezzare, rimanendone profondamente impressionata, la devozione, anzi la passione di Diocleziano per tutto ciò che riguarda Ignazio Silone e Pescina”. Ella lo volle espressamente quale custode dell’Archivio di Silone, che fu donato ufficialmente alla Città nell’anno 2000 e nello stesso anno lo propose alla Giuria del Premio Internazionale per una particolare menzione, in considerazione delle originali ricerche sulla cronologia della vita e delle opere dell’autore. Alla sua passione siloniana mai sopita, anzi sempre alimentata, molto si deve di quanto la Città di Pescina ha costruito in memoria e nel nome di Ignazio Silone nell’ultimo trentennio. Ha pubblicato brevi saggi e raccolte di poesie, anche in dialetto; tra gli altri, nel 1999 pubblica Ignazio Silone, cronologia della vita e delle opere, Adelmo Polla editore. Nel 2001, sempre per le edizioni A. Polla, S. Berardo. Nella contrada che gli ha dato i natali, Diocleziano Giardini, appassionato siloniano e innamorato di Pescina, raccoglie la domanda “Che fare?” del romanzo di Silone, e affronta, fin da giovanissimo, attraverso lo studio della vita e delle opere dell’autore, un personale percorso di crescita culturale e di impegno socio civile, senza mai aver vergogna di essere un “cafone fontamarese”, ma anzi rivendicando orgogliosamente l’onore di esserlo. Autodidatta nella sua formazione storico-culturale, segue l’insegnamento dello scrittore e costruisce il suo essere uomo libero, amante della verità, animando iniziative di ricordo ed il dibattito pubblico. Diocleziano Giardini ha meritato una menzione speciale “per aver scandagliato, spesso in difficile solitudine, molti archivi alla ricerca di ogni materiale ricollegabile a Silone e a “Fontamara”, ma ancor più per aver esplorato i ruderi dell’antica Città di Pescina, terremotata nel 1915, alla ricerca non solo dei molti fili, aneddotici e simbolici, che legano quei luoghi a Secondino Tranquilli, ma per aver indagato, coltivando l’amicizia con Darina Laracy, le ragioni per le quali a Secondino Tranquilli fu penoso il ritorno in vita a Fontamara, ma desiderato il riposo eterno ai piedi del campanile della Chiesa di San Berardo.”

municipio avezzano

I dipendenti della Fiamm – Siapra si astengono dal lavoro. Tutti i 380 dipendenti del sito marsicano dove si producono le batterie per auto e quelle industriali ieri hanno incrociato le braccia. L’astensione dal lavoro è stata in realtà dettata da un mancato accordo per il ponte prima accordato e poi cancellato. I lavoratori, infatti, si sarebbero dovuti fermare sia lunedì, 25 aprile festa della Liberazione, sia ieri e sia oggi, Madonna di Pietraquaria e festa patronale della città. Parti sociali e azienda concordato questo ponte lungo che però, poco dopo, è stato cancellato con un corso di aggiornamento di 8 e 4 ore per parte dei dipendenti. Le lezioni, incentrate sulla sicurezza, dovevano essere prima per 130 operai e poi per circa 51.

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L’ostetricia di Avezzano (ex aequo con Pescara) è l’ospedale con la soglia-rischio, sulle malformazioni di neonati, più bassa d’Abruzzo (3 su 1168 parti in un anno rispetto al 4 per mille delle statistiche europee) e quella col minor numero di casi di patologie di gestante o feto (26). Dal report 2015 sui certificati di assistenza al parto ( CeDAP) della Regione, a completamento di una pagella eccellente, emerge inoltre che il reparto di Avezzano, al momento della nascita, è quello che in Abruzzo garantisce il maggior numero di presenze del pediatra: 1138 volte sul totale dei parti, una percentuale nettamente superiore ad altri ospedali, anche più grandi, della Regione.