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Pubblicato: 17 Febbraio 2017
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SENTENZA SU BUSSI: FINALMENTE !
Le associazioni del Comitato Bussiciriguarda, accogliendo con
soddisfazione l’esito del processo presso la corte d’Appello
dell’Aquila, che costituisce una pietra miliare nella giurisprudenza
nazionale, e conferma la nostra tesi sulla strategia d’impresa,
ribadisce che la sua azione è sempre stata finalizzata ad ottenere il
risanamento ambientale della Valpescara.
Questa sentenza non solo dà ragione alla nostra battaglia, ma ci
consente di rafforzare il nostro impegno dandoci ulteriori energie
affinché si possa ottenere quanto prima il ripristino della qualità dei
luoghi. Da domani, pertanto, abbandonate le aule dei Tribunali, saremo
sentinelle vigili e di stimolo continuo affinché tutte le
Amministrazioni, nazionale, regionale e locali facciano quanto di loro
competenza per restituire alla collettività acque e terreni risanati.
ECOISTITUTO ABRUZZO, ITALIA NOSTRA, MAREVIVO, MILA
DONNAMBIENTE
Pescara, 17 febbraio 2017
Comunicato stampa del 17 febbraio 2017
In serata l’attesa sentenza della Corte d’Assise d’Appello de L’Aquila
Cambia scenario per il processo di Bussi: 10 imputati condannati
Pene condonate ma previsti risarcimenti e provvisionali a favore di enti e parti civili
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Cambia totalmente lo scenario di quello che è diventato ormai famoso come il “processo di Bussi”: la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha emesso poco fa una sentenza nella quale sostanzialmente riconosce la verità storica di entrambi i reati: sia l’avvelenamento delle acque sia il disastro ambientale riqualificandoli in fatti di colpa. Il trascorrere del tempo conduce alla prescrizione il reato di avvelenamento ma non quello del disastro ambientale che viene affermato anche in termini di responsabilità penale per 10 degli imputati condannati a pene, condonate, variabili tra i 2 e i 3 anni.
L’affermazione di responsabilità ha portato anche alla condanna al risarcimento del danno da quantificare in separata sede nonché alla condanna a varie provvisionali per oltre tre milioni di euro, che vanno da un milione di euro in favore dell’ATO, a 500mila euro in favore della Regione Abruzzo, a 200mila euro in favore di tutti i Comuni, a 10mila euro in favore del WWF Italia e di Legambiente, a 5mila euro in favore delle restanti associazioni ambientaliste che si erano costituite parte civile.
Appena dopo la lettura del dispositivo della sentenza, l’avv. Tommaso Navarra, che ha rappresentato il WWF in questa lunghissima vicenda giudiziaria, ha dichiarato: “Dopo due anni di lavoro e di assoluta fiducia nella giustizia oggi possiamo dire che anche i reati ambientali possono trovare un giusto accertamento di verità. Un ringraziamento particolare va ai nostri associati che negli anni hanno saputo credere in questo percorso giudiziario tanto tribolato quanto importante”.
Luciano Di Tizio, il delegato Abruzzo che ha seguito il processo per il WWF Italia, aggiunge: “Oggi è stato compiuto un passo avanti importante nell’accertamento della verità ma l’obiettivo finale, come abbiamo sempre detto, resta la bonifica del territorio e l’applicazione del sacrosanto principio del chi ha inquinato paghi”.