Cronaca

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Cantierati, progettati, iniziati e finiti nel breve volgere di 3 mesi: lavori record all’Istituto Acerbo di Pescara dove questa mattina il presidente della provincia Di Marco ha restituito a docenti, studenti e genitori una scuola più sicura.

Si tratta di lavori di miglioramento della staticità dell’edificio dell’ITC “Tito Acerbo”: lavori che hanno consentito di rinforzare le murature e di riparare lesioni anche significative. A sottolineare l’estrema celerità dei lavori, iniziati e finiti nel breve volgere di poco più di tre mesi, la dirigente scolastica Annateresa Rocchi nelle cui parole tutto il senso dell’importanza di lavorare, studiare e insegnare in un edificio più sicuro e moderno. I lavori sono stati consegnati il 6 giugno scorso e, esattamente come da tabella di marcia, sono praticamente finiti: mancano, infatti, pochi secondari dettagli.

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Attentato Berlino: é di Sulmona l’italiana dispersa. La notizia sta rimbalzando in queste ore sui social. La donna si chiama Fabrizia Di Lorenzo.

Il suo telefonino é stato trovato sul luogo della tragedia.  L’allarme é scattato oggi quando la giovane non si é presentata sul luogo di lavoro e da un tweet di suo cugino. La madre ed il fratello, contattati nella notte dalla Farnesina, sono già a  Berlino per la comparazione del Dna. il padre di Fabrizia  é un dipendente delle Poste, molto conosciuto nel capoluogo ovidiano ed ha raggiunto i suoi famigliari con un volo da Roma alle 18. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo. Gli accertamenti sono affidati al pm Francesco Scavo, al vaglio del quale c’è già una prima informativa dei carabinieri del Ros. Gli inquirenti stanno cercando di verificare se la donna sia deceduta o rimasta ferita. Fabrizia lavorava da quasi due anni per una ditta di trasporti a Berlino, si era trasferita in Germania nel 2013, prima per svolgere studi legati al progetto Erasmus e poi come impiegata per la Bosch.

Attimi di comprensibile tensione davanti l’abitazione di Fabrizia a Sulmona dove parenti ed amici si sono stretti nel dolore invitando la stampa a stare alla larga, sul posto anche due pattuglie dei carabinieri.

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Il primario di Neurochirurgia dell’Aquila, Renato Galzio, 67 anni, vicino alla pensione, si dimette per l’ennesima volta. Lo annuncia con piglio battagliero il consigliere comunale dell’Aquila di Forza Italia, Guido Liris, che parla dell’Aquila come fosse “sotto attacco”. La stessa cosa pensano nella Marsica, dove il reparto è stato chiuso questa estate in modo (così si disse) provvisorio proprio dal primario dell’Aquila Galzio e mai riaperto. La Marsica si sente defraudata, spogliata ancora una volta e ora con l’annuncio delle dimissioni di Galzio (non ancora formalizzate), anche L’Aquila si sente depauperata. BE', PER FORTUNA. E i marsicani si chiedono come mai un primario debba dimettersi ogni volta che si vuole aprire un reparto. Galzio in realtà già a luglio si era dimesso. Poi però le dimissioni erano state ritirate. Ora di nuovo dimissioni. Ora che il consiglio regionale con un provvedimento votato all’unanimità ha sollecitato la riapertura del reparto. "La piazza fondamentale non è L’Aquila ma Avezzano", come ha ricordato tempo fa il neurochirurgo Roberto Mastrostefano (nella foto), "al centro di snodi autostradali e strade a scorrimento veloce. La soluzione è spostare il reparto ad Avezzano”. Apriti cielo! Una valutazione fatta sul numero degli abitanti, sul bacino di utenza e sulla conformazione territoriale. Il signor Guido Quintino Liris che dice di sentirsi "sotto attacco", portando la bandiera di chi fa dell'espoliazione (bensì non solo della Marsica, ma di tutta la provincia), un modus vivendi, è minaccioso nel riferirsi a chi, secondo lui, "sarà ricordato", ed è testuale, "quale autore di un attentato letale al presente e al futuro dell'ospedale e dell'università del Capoluogo"; insomma è giusto o no, doversi difendere chi, da sempre, ha un atteggiamento "predatorio" nei confronti del diritto alla salute, in questo caso, dei marsicani? Il dottor Mastrostefano e il dottor Fontana, dagli albori degli anni '90 hanno salvato vite nel cuore della notte, curando e rappresentando con abnegazione il reparto di neurochirurgia, laddove le situazioni emergenziali hanno richiesto, ex abrupto, pure nel cuore della notte, il loro intervento: il bacino d'utenza marsicano, annovera più persone di quello aquilano e, capoluogo o no, qui, non ci piove. Quindi, qualora dovesse esserci a riguardo di neurochirurgia una decisione, al più presto, dovrebbe essere favorevole a che il reparto restasse ad Avezzano.