Cronaca

99 cannelle

Lo stato di abbandono del progetto Case di Assergi rende la vita sempre più aspra ai suoi inquilini, per lo più anziani e disabili che devono fare slalom tra mattonelle divelte, marciapiedi impraticabili, garage con perdite di acqua, parti comuni pulite – lamentano gli inquilini – soltanto una volta al mese.

Dunque prosegue il disagio in uno degli insediamenti post-sisma più alti dell’Aquila, a oltre mille metri di altitudine, alle pendici del Gran Sasso, esposto, d'inverno, alle intemperie, alle bufere, alle bassissime temperature. Il quartiere del progetto Case di Assergi è composto da 96 appartamenti, ma soltanto circa sessanta sono quelli abitati, perché nessuno qui ci vuole stare. Per i disagi della mancanza di una seria manutenzione e per la lontananza dalla città che rende la vita impossibile a chi non ha mezzi per spostarsi autonomamente.

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Parte dall’Aquila la campagna nazionale sulla sicurezza stradale denominata “Fratello maggiore” e promossa dal coordinatore nazionale del dipartimento tutela vittime di FdI-AN.

Abbiamo voluto fortemente iniziare da qui, proprio da L’Aquila, città che profuma ancora di gesso, a causa degli interminabili cantieri post sisma. E dove dal 2010 si assiste al preoccupante trend in crescita delle violazioni al codice della strada, dovute all’abuso di alcol e delle quali ben il 71% sono effettuate da conducenti fino a 21 anni e neopatentati”, ha dichiarato Cinzia Pellegrino, coordinatrice nazionale del dipartimento tutela vittime di FdI-AN.

fornero elsa

Una incredibile vicenda, quella della docente Dina Bussi che ha ricevuto una lettera dall’Inps che le chiede di restituire entro 20 giorni la somma di 20.825 euro, relativa agli emolumenti pensionistici percepiti dal primo settembre 2014 al 31 dicembre 2015 nelle more del giudizio che ha portato alla reintegra in servizio della docente. Il Giudice del lavoro Giuseppe Giordano aveva infatti disposto la reintegra della docente nell’Istituto Mazzini-Fermi di Avezzano dal primo settembre 2014, dopo oltre un anno di pensionamento forzoso, in quanto provvedimento giudicato illegittimo per violazione del principio di non discriminazione. Il Giudice aveva rilevato che il collocamento a riposo d’ufficio della donna a 65 anziché a 66 anni e 7 mesi determina una “disparità di trattamento con i colleghi uomini che, a parità di requisiti di età e di contributi, hanno potuto fruire del nuovo regime previdenziale, disapplicando la legge Fornero. Oggi la triste sorpresa.

 

(nella foto: l'ex ministro Elsa Fornero.)