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- Pubblicato: 07 Dicembre 2024
L’AQUILA: TENTATA CONCUSSIONE
- Tra il 2008 e il 2013, abusando della sua posizione di militare, si sarebbe recato in alcune attività per ottenere presunti vantaggi personali, attuando
dunque condotte che hanno danneggiato sia l’immagine dell’Arma dei carabinieri, che il Ministero della Difesa e ora dovrà risarcire l’importo di 5mila
euro contro i 30mila chiesti dall’accusa. È quanto ha deciso la Sezione Giurisdizionale per l’Abruzzo della Corte dei conti, (con sede all’Aquila) chiamata
a decidere sulle condotte tenute da F.B., brigadiere dei carabinieri di Teramo, il quale secondo quanto ricostruito in sede penale e poi dalla Procura
regionale contabile si sarebbe recato presso un panificio «e costringeva i titolari a consegnargli prodotti da forno senza pagarli o pagando un prezzo
irrisorio. Questo fatto, inizialmente contestato come concussione, è stato riqualificato come induzione indebita dalla Corte di Cassazione nel primo ricorso.
Inoltre, nel 2010, il convenuto ha tentato di costringere il titolare di un'impresa a eseguire gratuitamente lavori elettrici nel suo appartamento,
minacciandolo di ritorsioni, fatto rimasto a livello di tentativo e configurato come tentata concussione». La Corte d’Appello dell’Aquila in sede penale
aveva condannato l’imputato a 3 anni di reclusione, poi la Cassazione aveva annullato tale condanna disponendo per il militare un nuovo processo presso la
Corte d’Appello di Perugia, che riformando il primo verdetto aveva concluso con la condanna del carabiniere ad 1 anno e 7 mesi di reclusione, confermata
successivamente anche dalla Corte di Cassazione.