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CONSIGLIO COMUNALE
Votato il mandato al sindaco Masci di chiedere al Governo
misure finanziarie per affrontare l’emergenza Coronavirus
L’assemblea civica della città di Pescara, riunitasi nel pomeriggio in videoconferenza streaming, ha affrontato argomenti di grande rilievo iscritti all’ordine del giorno del Consiglio comunale presieduto da Marcello Antonelli. Particolare importanza ha rivestito la trattazione e l’approvazione, passata a maggioranza con 21 voti favorevoli e 11 astenuti, della delibera - di proposta del sindaco Carlo Masci - per chiedere al Governo di misure di sostegno alla finanza degli enti locali messi in difficoltà finanziaria dall’emergenza sanitaria in atto. Le mancata entrate tributarie e patrimoniali e di altre poste venute meno per via del blocco generalizzato delle attività economiche in città, hanno infatti spinto il primo cittadino a prendere un’iniziativa specifica - che sarà accompagnata da una lettera al presidente del Consiglio - sulla quale sarà coinvolto il Parlamento e la deputazione abruzzese in particolare; nella delibera approvata si chiede al Governo Conte di inserire, all’atto della conversione del Decreto Legge in discussione in queste ore a Roma, una serie di misure: la sospensione del pagamento delle due rate semestrali scadenti nell’esercizio 2020 e lo slittamento delle stesse al termine del periodo di ammortamento dei mutui MEF contratti sul debito pregresso, liberando così somme importanti da investire in azioni di estrema urgenza; il sostegno al pagamento degli interessi passivi di tesoreria; il ripristino dell’anticipazione delle risorse in favore degli enti locali – che le hanno anticipate - e non per nuova spesa ma per i progetti approvati nell’ambito del “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”, approvato a maggio
Città di Pescara
Medaglia d’oro al Merito Civile
Ufficio
Stampa
2016: si tratta di risorse di cui le amministrazioni locali, vista l’emergenza sanitaria in atto, non hanno disponibilità; di permettere agli enti locali di reclutare le risorse umane programmate pur se in situazione di riequilibrio finanziario pluriennale; di permettere la rinegoziazione dei Buoni Ordinari Comunali (BOC) emessi a tasso fisso dai Comuni e la rimodulazione del cosiddetto “Bando delle Periferie. Su quest’ultimo punto in particolare, rispondendo a un emendamento delle opposizioni, presentato da Marinella Sclocco (Pd) - che ha parlato di “rimodulazione dai contenuti ignoti”- il sindaco Carlo Masci ha precisato che si tratta <di recuperare le somme che, al netto dei contratti già sottoscritti con associazioni e società impegnate nel sociale e nella cultura, riguardano progetti che non possono essere più portati avanti o perché i partner dell’amministrazione si sono tirati indietro (come nel caso dei progetti denominati “lavanderia sociale”, “centro Alzheimer“ e corsi di karate”) o perché gli stessi sono passati in secondo piano perché non più attuali. E’ certo - ha concluso Masci – che qui nessuno toglierà risorse alle periferie>. L’assessore Albore Mascia ha specificato, sul punto, che l’amministrazione potrebbe recuperare 1,5 milioni di euro solo dal Bando delle Periferie.
Complessivamente se venisse accolta la richiesta al Governo del Comune di Pescara, verrebbero nella disponibilità dell’amministrazione adriatica poste per 7 milioni di euro, una boccata d’ossigeno rilevante in questo difficile momento di illiquidità complessiva. L’assemblea ha poi votato anche l’immediata esecutività della delibera.
In apertura era stata votata anche una proposta di delibera per l’approvazione di una “prima modifica” al DUP (Documento unico di programmazione) 2020-2024 riguardante aggiornamenti della programmazione dei lavori e degli acquisti di beni e dei servizi .
L’Ufficio stampa
Pescara, 9 APRILE 2020

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CIG IN DEROGA, MARCOZZI: “DUBBI SULL'INTERPRETAZIONE IN MERITO ALL'ACCORDO SINDACALE NELLE IMPRESE. LA GIUNTA LEGA-FDI FACCIA CHIAREZZA SUBITO”

“Non c'è giorno che passi senza che ci arrivino segnalazioni di malfunzionamento, o dubbi interpretativi, sulle richieste di Cassa Integrazione in Deroga in Regione Abruzzo per consentire alle aziende di affrontare le chiusure conseguenti all'emergenza Coronavirus. Dopo aver rivelato la presenza di inutili lungaggini burocratiche, si aggiunge una nuova segnalazione, che arriva sempre dai commercialisti della nostra regione, e riguarda l'interpretazione fuorviante in merito al numero di dipendenti necessario per allegare, alla richiesta di CIG in Deroga, l'accordo sindacale. Un'interpretazione della legge che, se non applicata correttamente, rischia di far compilare ai professionisti procedure potenzialmente non conformi, allungando ulteriormente i tempi per avere il necessario sostegno economico in questa fase emergenziale”.

A spiegarlo è il Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi, che prosegue. “Come previsto dal decreto legislativo emanato dal Governo Conte, le aziende con cinque o meno dipendenti sono esentate dal presentare un accordo sindacale in fase di richiesta di Cassa Integrazione in Deroga. In assenza di diverse disposizioni, il numero di dipendenti è da calcolarsi in proporzione all'orario svolto, e non 'per teste'. Se, ad esempio, un'azienda ha al proprio interno sei dipendenti part time al 50% delle ore, questi valgono come tre lavoratori ai fini di questo calcolo e, per richiedere la CIG in Deroga, non ci sarebbe necessità di allegare alcun accordo sindacale. Questa, però, non sarebbe l'interpretazione che arriva dagli uffici di Regione Abruzzo, come ci è stato segnalato in questi primi due giorni da alcuni professionisti. A quanto pare, nel nostro territorio il calcolo avviene 'per teste', indipendentemente dall'orario di lavoro che un dipendente svolge”.

“Si tratta di una scelta che lascia quantomeno perplessi, e che risulta essere difforme rispetto a quella che viene presa in altre regioni italiane. Soprattutto, il rischio è quello di far produrre alle aziende richieste di accesso alla Cassa Integrazione in Deroga non conformi, dilatando ulteriormente i tempi per avere il ristoro economico necessario e affrontare la riduzione delle attività per il Covid-19”.

“Sono felice che, intanto, la Giunta Lega-FDI abbia recepito la nostra istanza riguardo all'inutilità di una marca da bollo da 16 euro da allegare alla richiesta di CIG in Deroga e che, oggi, sia arrivata la comunicazione dal Dipartimento Lavoro che questa non è più obbligatoria. Accorciare i tempi della burocrazia, mai come in questo momento, è di fondamentale importanza. Adesso li invito a fare chiarezza il prima possibile anche sul tema dell'accordo sindacale, aiutando i cittadini con comunicazioni chiare, semplici e fugando i dubbi più ricorrenti”.

“Questo è il nostro modo di fare opposizione: non siamo interessati alla propaganda. Preferiamo individuare problemi e proporre soluzioni per migliorare la vita degli abruzzesi, e continueremo a fare così”, conclude.

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ANGELOSANTE SU RUOLO SANITA' PRIVATA NELL'EMERGENZA CORONAVIRUS: "ACCUSE INFONDATE DA PD E 5 STELLE"

(ACRA) - L'Aquila, 9 aprile - “Apprezzo e condivido la nota dell’assessore Verí sull’ordinanza regionale che prevede il coinvolgimento degli operatori privati nella gestione dell’emergenza Covid 19, perché stronca le polemiche strumentali lanciate da chi non ha letto, o ha letto in malafede, il provvedimento”. Lo afferma il consigliere regionale Simone Angelosante (Lega). “L’assessore – spiega Angelosante – spiega infatti che l’intervento delle strutture private non comporterà alcun aumento di costi per la Regione e soprattutto che i privati entreranno in gioco solo se il sistema pubblico dovesse averne bisogno in caso di peggioramento della pandemia. E comunque solo dopo che tutti i posti pubblici disponibili, anche quelli solo potenzialmente utilizzabili, dovessero essere occupati”. L’esponente della maggioranza rimarca la circostanza della necessità di predisporre un documento che preveda una precisa disciplina in caso di necessità. “Appare chiaro – conclude Angelosante – la pretestuosità e l’infondatezza delle accuse, rivolte al centrodestra regionale, di voler favorire in qualche modo le strutture private, adombrando fantomatici scenari oscuri o complotti di sorta a danno del pubblico. La Regione, infatti, non ha fatto altro che applicare una direttiva del governo nazionale a guida PD-M5S”. (com/red)