Cronaca

avezzano arssa 170211 rep 01

Si moltiplicano, come già ampiamente previsto, gli “effetti collaterali” della legge Delrio sul riordino delle Province e a pagarne le conseguenze è anche l’ufficio Caccia e Pesca di Avezzano, sito nella sede della Provincia dell’Aquila, in via XX settembre, che ha interrotto il servizio destinato a centinaia di cacciatori e pescatori sportivi della Marsica. Non si comprende, infatti, l’urgenza del provvedimento, considerato che sono previsti tempi lunghi prima che avvenga l’effettivo passaggio delle funzioni alla Regione. Il servizio soppresso ad Avezzano, costringerà gli oltre 1000 tesserati marsicani per la caccia e i più di 300 per la pesca a rinnovare le loro licenze nell’ufficio dell’Aquila, dove è presente un solo dipendente che risponde alle esigenze in materia di tutti i 108 comuni del territorio della provincia. Un disagio enorme per agli appassionati marsicani.

canistro santa croce

"Il bando che sta per uscire non sarà giuridicamente perfetto, e non potrebbe mai esserlo a causa delle molteplici e contrapposte esigenze che lo costringono, ma si deve dar atto alla Regione che ha cercato di farlo e, questa volta, diversamente che un anno fa, mediante un metodo democratico".

A dirlo, testualmente, l'avvocato del Comune di Canistro, che entra nel merito del bando della concessione delle sorgenti Sponga, a lungo atteso.

Come confermato dal patron Camillo Colella, nell’ultimo incontro di venerdi con i sindacati, non ci sarà la revoca della procedura di mobilità, e questo significherà il licenziamento di tutti e 75 lavoratori a fine novembre, causa cessazione della produzione, una volta esaurite le scorte. Poi per loro ci saranno due anni al massimo di mobilità retribuita.

L’amministrazione, ha assicurato il vice presidente con delega alle Crisi industriali e Attività produttive, Giovanni Lolli, emanerà un nuovo bando, ora che è di nuovo proprietaria della sorgente.

canistroquattro

È passato un anno dal violento nubifragio che il 14 e 15 ottobre 2015 ha colpito Canistro, Capistrello, Tagliacozzo, Civitella Roveto e altri comuni della Marsica, in provincia dell'Aquila, provocando due vittime, alcuni feriti e danni ad edifici, viabilità e attività commerciali per milioni di euro.

I massi trasportati dalla corrente sono ancora nel fiume, come pure fango e detriti depositati sul fondo. Insomma, il pericolo resta tal quale. Tanto che, lo scorso agosto, un gruppo di residenti ha presentato un esposto alla procura della Repubblica, denunciando che nulla è stato fatto per mettere in sicurezza torrenti e fossi. La magistratura di Avezzano ha aperto un’inchiesta contro ignoti.

Eppure, con grande rabbia del sindaci, ancora non vengono erogati dalla Regione nemmeno i 500 mila euro necessari per far fronte alle spese dell’emergenza, che pure sono stati messi a bilancio nella legge finanziaria regionale approvata a fine dicembre 2015. A quanto pare, perché la Giunta ancora non approva i criteri di ripartizione tra ciascun Comune, in base alla quantificazione dei danni.