Politica

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COMUNICATO STAMPA

Paolucci su Commissione: “L’Abruzzo entra nella Fase 2, ma la Regione non ha un programma sanitario per affrontarla”

“Le audizioni di stamane in Commissione sulla gestione sanitaria dell’emergenza Covid sono state deludenti, perché l’Esecutivo non ha presentato alcun piano sulla sanità per accompagnare l’Abruzzo alla ripresa”, così il capogruppo regionale PDSilvio Paolucci.

“Ci aspettavamo di sapere nel dettaglio come sarebbero state spese le risorse a disposizione – incalza Paolucci – parliamo di oltre 31 milioni di euro del Decreto Cura Italia e di un aumento del fondo sanitario di oltre 80 milioni, che sommati fanno almeno 120 milioni, ma niente, non esiste un programma. Anzi, è stato persino teorizzato che il programma in sede di emergenza addirittura non serva, anche se la mancanza l’abbiamo già pagata cara con il ritardo estremo denunciato dai sindaci, dai cittadini e dagli operatori sanitari: nella rilevazione e gestione dei tamponi, con l’inesistenza di una programmazione degli investimenti e della riorganizzazione dei servizi territoriali, per arrivare persino alla scarsità di dispositivi di protezione. Noi ci aspettiamo di avere questo programma, perché l’uscita dalla pandemia deve assolutamente prevedere una rete di protezione e sorveglianza sanitaria in grado di accompagnare e supportare la comunità a un regime di vita il più “normale” possibile, non di emergenza.

Staremo attenti che non si ripeta quello che è accaduto con la Cassa Integrazione in Deroga, oggi grazie anche alle nostre battaglie e denunce ci è stato detto che è stato processato l’86 per cento delle domande, ma saremo vigili finché le spettanze non arriveranno ai lavoratori abruzzesi, che purtroppo sono fra gli ultimi in Italia a riceverle.

Peraltro un’azione programmata diviene ancora più indispensabile per il futuro, quando sarà necessario riuscire a contenere l’indice del contagio a livelli di controllo, affinché non si proceda con provvedimenti restrittivi limitati ai territori dove si verificano emergenze o nuovi picchi.

Non possiamo permetterci di tornare in Fase 1, senza una rotta sicura e una lista solida di cose da fare eliminare questo rischio non sarà possibile e anche se oggi la Regione accoglie Claudio D’Amario come direttore del Dipartimento Sanità, la struttura resta ancora priva dei dirigenti di settori strategici e di questo la maggioranza continua a non preoccuparsene”.

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COMUNICATO


Il Governo dovrà restituire 7 milioni e duecentomila euro 
spesi dal Comune per il funzionamento degli Uffici Giudiziari di Chieti
 
IL TAR LAZIO accoglie il ricorso del Comune di Chieti
 
Sindaco Di Primio “Sconfitto il Governo degli incompetenti che sperava di far cassa sottraendo ai Comuni i soldi che questi avevano anticipato per conto dello Stato”
 
 
Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, esprime soddisfazione per la sentenza del 5 maggio 2020 n. 4657 della I Sezione del  Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio che ha annullato l’art.3 -  comma 4  - del DPCM 10/3/17.
 
Il Comune di Chieti, promuovendo ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero di  Giustizia, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero dell'Interno, aveva infatti impugnato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 marzo 2017 perché adottato in violazione di legge e in specie della Legge Finanziaria 2016.
 
«Con il DPCM del 10 marzo 2017 – commenta il Sindaco Di Primio a margine della sentenza – il Governo Gentiloni ha tentato di ridurre del 50% il contributo dovuto dallo Stato ai Comuni a titolo di rimborso delle spese sostenute dagli Enti Locali per il funzionamento degli Uffici Giudiziari. Oltre al danno, il Decreto conteneva anche la beffa per i Comuni ai quali il Governo avrebbe voluto restituire le somme, già ridotte, in trenta anni. Parliamo di soldi che i Comuni hanno sborsato per conto dello Stato per sostenere utenze e manutenzione dei Tribunali: riparazioni, custodia, luce, acqua, gas e telefono. Se fosse passata la linea del Governo, malgrado la L. 392/41 preveda un contributo prossimo al 100%  ed il d.P.R. n. 187/98 obblighi lo Stato a restituire comunque un importo non inferiore al 70%, sul bilancio del nostro Comune sarebbe mancata la restituzione di circa 3 milioni di euro.
 
Il Governo, grazie a quanto stabilito dalla sentenza del TAR, oggi deve restituire 7.2000.000 euro al Comune di Chieti per le spese sostenute dal 2010 al 2015 per gli Uffici Giudiziari e mai rimborsati. Un risultato molto soddisfacente ottenuto anche grazie all’ottimo lavoro dell’Assessore Salute e agli avvocati dell’ufficio legale del Comune».
 
Il Sindaco Di Primio ha già dato mandato ai legali di notificare la sentenza al Ministero e diffidarlo al pagamento di quanto statuito.