Politica

guardiagrele

Il PD che ricandida Dal Pozzo a larghissima maggioranza non corrisponde a verità.
E mentre il segretario di circolo si affanna a ripeterlo come un disco rotto, c’è quel pezzo di partito, fatto di iscritti e simpatizzanti che guarda ad un “campo largo” del centrosinistra guardiese senza personalismi che tengano e che raccoglie sempre più adesioni.
Dopo Europa Verde, alcuni sostenitori di Italia Viva ed altri esponenti del centro sinistra guardiese, registriamo con piacere la medesima volontà espressa nell'ultimo comunicato del Partito Socialista.

A tutti, senza nomi imposti, abbiamo precisato che la nostra priorità è costruire un "nuovo laboratorio politico" ed un nuovo programma condiviso per il bene della città e, alla fine il candidato, lo sceglieremo insieme col metodo più aperto, inclusivo e democratico che il nostro Statuto ci mette a disposizione: le elezioni primarie.

Non abbiamo più nessuna voglia di raccontare ai nostri elettori che questa è la migliore delle amministrazioni possibili soltanto perché, non ricandidare Dal Pozzo, equivarrebbe ad una ammissione di fallimento. Questo, per noi, è il momento di praticare una sincera autocritica su cosa si è fatto e cosa non si è fatto in questi anni ma, soprattutto, su cosa si deve fare per il futuro della città.

Il nuovo Partito Democratico deve lavorare anche qui a Guardiagrele per costruire una coalizione progressista, democratica, civica ed ecologista che sia la più ampia possibile, e rilanciare la sfida alla destra guardiese che appare priva di un qualsiasi progetto per il futuro ed incapace di rinnovarsi nella sua classe dirigente.

Nevio SALOMONE, Inka ZULLI e Gianna DI CRESCENZO, membri della Direzione regionale del PD Abruzzo.

 

sospiri lorenzo 010715

Partono le procedure per lo svuotamento della vasca di colmata, la cosiddetta ‘collina della vergogna’, che oggi campeggia sulla banchina del porto canale di Pescara. È stato infatti pubblicato il bando di gara per aggiudicare l’intervento che prevede la rimozione di ben 100mila metri cubi di sedimenti rispetto ai 192mila metri cubi complessivi oggi presenti nell’invaso. Le imprese interessate potranno inviare la propria candidatura entro il prossimo 18 dicembre, e già il 19 dicembre comincerà l’iter per l’apertura delle buste e la valutazione dei requisiti. L’obiettivo è aprire il cantiere entro gennaio 2020”. Lo ha ufficializzato il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri rendendo noto il provvedimento.

Il risultato odierno è il frutto del pressing esercitato senza sosta a Roma e presso il Provveditorato alle Opere pubbliche per far capire quanto fosse e quanto sia importante per la città di Pescara, per la nostra marineria, ma anche per lo sviluppo futuro del nostro porto a livello infrastrutturale, lo svuotamento di quella vasca di colmata che non rappresenta il miglior biglietto da visita per la città – ha sottolineato il Presidente Sospiri -. Non dimentichiamo, infatti, quante volte quella ‘collina’ di sedimenti è finita nel mirino dei tg satirici di livello nazionale, per la colpevole inerzia di chi ha preferito le chiacchiere ai fatti. Noi oggi abbiamo aperto un nuovo capitolo di quella vicenda, riuscendo ad avviare le procedure per eliminare la collina: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, che oggi ringraziamo, ha infatti pubblicato il bando di gara a procedura aperta per lo svuotamento della vasca di colmata, per un importo pari a 894mila 656 euro. Le offerte dovranno arrivare entro le ore 12 del prossimo 18 dicembre con apertura delle buste già fissata al 19 dicembre. Dal momento dell’aggiudicazione, le opere dovranno essere concluse entro 120 giorni, ovvero quattro mesi. Che significa, per l’amministrazione regionale, riuscire a chiudere il cantiere per fine primavera, inizio estate prossima al massimo. Complessivamente – ha aggiunto il Presidente Sospiri (sopra) – l’intervento ci permetterà di rimuovere 100mila metri cubi di sedimenti sui 192mila presenti, questo significa che scenderemo a un livello inferiore rispetto al piano di campagna, assicurandoci anche un bacino utile e disponibile per il deposito di materiale nel caso dovessimo realizzare un dragaggio d’emergenza dello scalo portuale”.

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