Cronaca

poste italiane

AVEZZANO: TRUFFATRICE DI PROFESSIONE

- A.O., una donna, 33enne avezzanese, e il complice, M.P.T., 24 anni, di Carmiano (Lecce), si fingevano impiegati delle poste, e dopo aver individuato
le vittime, per lo più anziane, al telefono usavano toni convincenti per derubarli. Fingevano di essere impiegati dell’ufficio postale e a una donna di
80 anni hanno detto che era stata depositata una somma di 1.500 euro, proveniente dall’Inps per pagamenti spettanti in relazione all’emergenza
sanitaria Covid ma, doveva recarsi nell’ufficio postale di Frosolone (Isernia), portando con sé la postepay, inserirla nel bancomat e digitare dei
codici. Ma essendo la carta senza fondi l’anziana era stata invitata a versare 1.000 euro per riscuotere l’assegno depositato negli uffici. La vittima,
per sua fortuna, non riuscendo nel versamento chiese all’impiegato come fare e, solo allora si scoprì la truffa organizzata dalla donna e dal suo
complice. Anche un altro anziano è stato raggirato con la stessa tecnica. Un’altra truffa di cui è rimasto vittima un anziano di una frazione di Avezzano
è quella del pacco postale: un fattorino ha suonato al campanello di casa dicendo che c’era un pacco da ritirare, ma andava pagato.

carabinieri tre

CELANO: MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA

- Ennesima storia di violenza domestica quella che vede a giudizio un imprenditore agricolo di Celano, D.T., 51 anni, accusato di minacce, violenze,
lesioni nei confronti della moglie, violenze iniziate ad agosto passato. Avrebbe anche minacciato di morte due carabinieri intervenuti nella sua abitazione dopo
una violenta lite in famiglia.Secondo gli inquirenti, tutto avveniva per motivi correlati alla «gelosia della donna». La vittima, stanca dei continui
maltrattamenti ha infine chiamato i carabinieri e ha raccontato tutto. A carico dell'uomo al tempo scattò anche una misura cautelare per maltrattamenti
in famiglia che aveva creato un clima intollerabile fra le mura domestiche

lanciano tribunale 271213 rep 02

ATRI: CONDANNA

- Rubò materiali in un'azienda di Pineto dove lui all’epoca lavorava, poi ritrovati dai carabinieri nel suo garage di casa durante una perquisizione
per motivi di droga. Ieri, N.P., 47 anni, di Casoli di Atri, è stato condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione di cui 2 anni e 4 mesi per l’accusa di
cessione di stupefacenti (cocaina), e i restanti 8 mesi per il furto così riqualificato dall’iniziale ipotesi di ricettazione. Ad emettere la sentenza
la giudice monocratica Claudia Di Valerio.Ad accorgersi di un grosso ammanco di merce nel magazzino fu il titolare della Kemipol che presento'
denuncia.In fase di processo poi, e' stato scoperto anche altro, come il caso di un dipendente all’epoca ai vertici dell’azienda che candidamente ha
ammesso che faceva venire da Foggia la droga tramite autisti ignari.