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Pubblicato: 13 Febbraio 2020
“Un’ordinanza sindacale urgente per imporre alle imprese private proprietarie l’immediata bonifica dei terreni situati in via Gobetti, via Don Bosco e via Lazio, con la derattizzazione dell’intera area, lo sfalcio dell’erba con annessa rimozione del verde e, soprattutto, la demolizione di ruderi e baracche che oggi sono rifugio per senzatetto, ratti e insetti di ogni genere. È quanto deciso nel corso della Commissione odierna convocata alla presenza di una delegazione di residenti per affrontare la grave emergenza ambientale e igienico-sanitaria del quartiere. Incaricati ufficialmente della vicenda tutti gli Organi preposti, dalla Polizia municipale all’Urbanistica, riconvocheremo una nuova riunione per il prossimo 5 marzo per verificare la situazione e l’attuazione dei provvedimenti disposti”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Sicurezza del Territorio Armando Foschi al termine della seduta della Commissione, che ha visto la presenza di una delegazione di residenti coordinati da Flavia Pietrostefani e Alessandra Di Zio, dell’assessore delegato alla Sicurezza Adelchi Sulpizio, del Capo di Gabinetto del sindaco Guido Dezio, il maggiore Paolo Costantini per la Polizia municipale, il funzionario dell’Ufficio Urbanistica Alessandro Feragalli, e il Presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli.
“A due passi dal centro di Pescara c’è una piccola enclave nascosta e sconosciuta, racchiusa tra i palazzi, una mini-Sarajevo bombardata dal degrado, dai rifiuti e da una condizione generale igienico-sanitaria indecorosa – ha sottolineato il Presidente Foschi -. Parliamo di un’area privata compresa tra via Gobetti, via Lazio, via Don Bosco e via Marche, dove insistono 17 attività commerciali ed edifici residenziali con decine e decine di famiglie costrette a convivere con ruderi e baracche abbandonate, con tetti e mura parzialmente crollate, lasciate nel completo abbandono. Baracche dove oggi, come hanno riferito gli stessi cittadini, dormono senzatetto, addirittura anche nuclei con bambini al seguito, persone che espletano i propri bisogni fisiologici all’aperto, ovviamente, non essendoci servizi igienici, in mezzo ai ratti che scorrazzano nell’area o davanti ai negozi, infestando i cassonetti dei rifiuti situati lungo la strada e addirittura risalendo sugli appartamenti attraverso tubature e condotte, tanto da arrivare sin dentro gli appartamenti al settimo piano. È evidente che c’è un problema igienico-sanitario che va risolto, e c’è anche un problema di sicurezza della pubblica incolumità perché dalle fotografie scattate dai piani alti dei palazzi si vedono i tetti dei ruderi implosi, crollati all’interno ed è logico che non si può consentire a nessuno, men che meno a disperati, senzatetto, e rifugiati, di dormire, vivere, cucinare, mangiare o permanere all’interno e ci sembra quantomeno anomalo che la proprietà non si sia preoccupata di murare i varchi di quelle baracche”. “La proprietà di quell’area privata fa capo alla società Immotrading – ha riferito la signora Pietrostefani – che abbiamo rintracciato e alla quale abbiamo anche inviato una richiesta formale come residenti per chiedere la pulizia, la derattizzazione, la disinfestazione dell’area e l’abbattimento di quei fabbricati a pezzi. Il risultato è stato solo che la proprietà ha fatto sfalciare l’erba, che però non è stata rimossa ma è stata lasciata a macerare a terra creando, anzi, un habitat straordinario per topi, scarafaggi e insetti. Viviamo in una situazione indecente, non solo sul lato mare, ma anche sul lato monti dove un altro insediamento di ruderi confina con i negozi e con l’oratorio della parrocchia di Sant’Andrea, quindi i bambini giocano accanto a nidi di topi. Sappiamo che l’impresa privata avrebbe in animo di realizzare nuovi fabbricati su quell’area, ma di fatto sono due anni che viviamo su ‘rassicurazioni e promesse’, ovvero in mezzo al degrado”. “Purtroppo – ha detto il maggiore Costantini – conosciamo la situazione di via Gobetti e anche in seguito alle denunce dei residenti abbiamo svolto diversi interventi nell’area privata che è attenzionata. Problemi che tuttavia permangono ancora oggi”. A chiarire la posizione urbanistica dei terreni è stato l’architetto Feragalli: “Il terreno lato mare di via Gobetti è interessato da un comparto approvato un anno fa e successivamente è stata stipulata la convenzione con il Comune per la cessione delle aree destinate alla realizzazione di opere pubbliche, ossia l’allargamento della strada e la realizzazione del verde pubblico, con la stipula della polizza fideiussoria che serve come garanzia al Comune per disporre della ipotetica somma necessaria a eseguire personalmente quegli interventi pubblici in caso di inadempienza del privato. Le aree sono state cedute al Comune, ma comunque restano nelle disposizioni del privato che deve fare le opere. Il permesso a costruire è stato rilasciato 8 mesi fa, ma non è stato ritirato, proprio per questa ragione stamattina ho contattato l’impresa Immotrading per sapere le ragioni del mancato ritiro, e la stessa mi ha riferito di aver ritardato perché starebbe per presentare un’integrazione con il pagamento dei relativi oneri e il deposito delle ultime certificazioni, quindi dovrebbero ritirare il permesso entro una settimana, dopodiché avranno un anno di tempo per iniziare il cantiere, ma a loro dire dovrebbero cominciare entro due mesi al massimo con la demolizione di tutti i ruderi, sia quelli su aree di cessione al pubblico che sul terreno privato. Discorso diverso per l’area di via Lazio, terreno privato dove però nel Piano regolatore è prevista una pianificazione pubblica, cioè è il Comune che decide e sceglie cosa vi si potrà realizzare, anche se a costruire saranno poi comunque i privati. Ora, l’anno scorso la giunta ha approvato una delibera di indirizzo sulla progettazione, stabilendo, ad esempio, la divisione dell’area in 4 ipotesi di sub-ambiti per evitare di progettare su un’area troppo grande di molteplici proprietari, dunque di difficile realizzazione. Purtroppo alcuni dei privati hanno impugnato dinanzi al Tar la delibera di indirizzo pensando si trattasse dell’atto di pianificazione, ma non è così. Nel frattempo il Comune sta lavorando e a giorni dovremmo affidare l’incarico di progettazione all’esterno. Peraltro su una sezione è già stata manifestata la volontà del proprietario di abbattere le baracche e costruire un Centro di fisioterapia”. “In realtà – ha però rintuzzato il vicepresidente del Consiglio comunale Berardino Fiorilli – le due vicende amministrative corrono su piani paralleli e distinti: oggi i cittadini ci manifestano un disagio legato alle condizioni igienico-sanitarie inaccettabili di un’area privata, e sia su via Gobetti che in via Don Bosco ho verificato personalmente la situazione denunciata dai residenti che è impossibile. Per la bonifica di quell’area non possiamo certo aspettare che il privato decida, legittimamente, di costruire seguendo i propri tempi, che potrebbero essere due mesi, ma anche un anno, e non abbiamo il potere di costringerlo ad aprire un cantiere. Al tempo stesso però né i residenti né i cittadini devono tollerare di vivere in una giungla di degrado, rifiuti e ratti, emergenza ambientale che va risolta subito, come del resto impongono la legge e il Regolamento comunale di igiene ambientale. E su questa vicenda chiedo che la Commissione assuma una posizione rigorosa, attraverso l’emissione di un’ordinanza sindacale che imponga subito ai privati la derattizzazione e disinfestazione dell’area, la rimozione del materiale eventualmente sfalciato e dei rifiuti e soprattutto anche la demolizione dei ruderi, intervento che non pregiudica di certo il successivo intervento urbanistico”. “E’ evidente – ha detto il Presidente Antonelli – che anche su via Lazio, area sottoposta a Pianificazione comunale, la soluzione del degrado non va ravvisata nella progettazione urbanistica, innanzitutto perché comunque il progetto non sarà pronto prima di un anno, ma comunque anche dopo la progettazione, se le imprese sceglieranno liberamente di non intervenire, il Comune non potrà di certo obbligarle. Dunque oggi dobbiamo occuparci del problema igienico.-sanitario”. “A questo punto – ha detto il Presidente Foschi tirando le conclusioni – come hanno indicato anche il Capo di Gabinetto Dezio e l’assessore Sulpizio, verrà chiesto un nuovo sopralluogo urgente della Polizia municipale sui terreni con Asl e Arta, anche per verificare l’eventuale presenza o meno di amianto nelle baracche o di altri materiali inquinanti. Sulla base delle risultanze verranno emesse ordinanze sindacali urgenti per la bonifica e la demolizione dei ruderi. In caso di mancata ottemperanza, il Comune sarà legittimato a intervenire per poi rivalersi economicamente sui privati per il recupero delle somme spese. A questo punto la macchina amministrativa è partita, e abbiamo già deciso di riconvocare una seduta di Commissione sul tema per il prossimo 5 marzo, quando daremo ai cittadini un aggiornamento dei procedimenti attivati”.
Pescara, 13.02.2020