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Pubblicato: 05 Novembre 2019
“E’ stato il tenace lavoro della Giunta regionale
di centrosinistra a curare il piano di emergenza e protezione civile per il
Lago di Campotosto, presentato ieri dall’esecutivo di centrodestra come se
fosse venuto fuori dal cilindro della nuova maggioranza”, sottolinea il
consigliere regionale *Antonio Blasioli.
“Marsilio ha solo immaginato un lavoro messo in piedi dalla A alla Z nei
1.500 giorni di Giunta di centrosinistra, tanto da risultare
all’avanguardia su tutte le dighe nazionali e colmare un’attesa durata
vent’anni – illustra il consigliere PD - Per arrivare al documento l’allora
Presidente D’Alfonso ha costruito un lavoro imponente, gomito a gomito con
il Prefetto dell’Aquila, il Genio civile e la Protezione civile, che
risulta dai numerosi verbali delle decine di riunioni e tavoli tecnici e di
confronto svoltisi per l’accertamento delle necessarie condizioni di
staticità e sicurezza idraulica e sismica delle dighe presenti nella
Regione Abruzzo. Questo, a fronte anche dell’emergenza che si è creata dopo
il sisma del 18 gennaio 2017, che ha fatto diventare prioritaria la messa
in sicurezza delle tre dighe del lago di Campotosto, l’invaso artificiale
più grande d’Europa, che nella primavera scorsa hanno finalmente ottenuto
il certificato di Protezione civile, necessario per la redazione del piano
e a cui nessuno, prima, aveva lavorato.
E’ stata la Regione, a guida centrosinistra ad attivarsi nei confronti
degli altri enti interessati e del gestore delle tre dighe per risolvere la
grave mancanza dei certificati di Protezione civile e a predisporre le
migliori professionalità del settore che hanno materialmente redatto il
piano approvato nei giorni scorsi, pronto già nella primavera, in modo da
poter diventare operativo per le stagioni più a rischio idrogeologico.
Subito dopo, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dell’Enel,
che gestisce le dighe di Campotosto, due dipartimenti regionali, di
Protezione Civile e delle Infrastrutture, hanno messo a punto una capillare
rete di numeri telefonici e persone preposte a intervenire in caso di
calamità, primo fra tutti il terremoto. Parliamo di un lavoro davvero
certosino che ha coinvolto soprattutto i sindaci ciascuno dei quali ha
dovuto e dovrà, a sua volta aggiornare i piani di Protezione civile del
proprio Comune, avendo ben chiara la situazione di risorse e mezzi sul
fronte e prioritario il controllo del territorio per attivare prevenzione,
oltre che interventi”.