Cronaca

 

studenti

TERAMO: STUDENTI AGGRESSIVI

- Uno studente al “Milli” avrebbe minacciato in modo pesante un professore. E poi al vaglio ci sono alcuni tipi di comportamento non consoni in classe, in capo ad altri. La preside Manuela Divisi ha dovuto convocare ieri il Consiglio di classe straordinario «per parlare dei recenti fatti di minacce con docenti, ragazzi, famiglie e loro rappresentanti». Nelle scuole teramane sono sempre più le aggressioni, soprattutto verbali, nei confronti dei professori da parte di studenti e, in alcuni casi, anche di genitori. Di pari passo aumentano le sanzioni disciplinari, compreso i lavori socialmente utili per coloro che assumono atteggiamenti aggressivi in classe. «È un problema grande», dice la dirigente scolastica del Liceo Statale “G. Milli”, che lamenta in particolar modo «il mancato supporto delle famiglie, in diversi casi le grandi assenti in questo fenomeno».

SILVI: FALSI GUADAGNI

- Promettevano la realizzazione di un guadagno facile che si sarebbe potuto concretizzare con investimenti in moneta virtuale, ma tutto veniva spiegato attraverso riunioni virtuali su una piattaforma web dove si svolgevano le videochiamate di gruppo. Un sogno al quale ha creduto, tra gli altri, anche un 58enne di Silvi, che a quanto pare si sarebbe lasciato convincere dalle spiegazioni ricevute nel corso di quelle riunioni on line, tanto da investire 32mila euro dei suoi sudati risparmi. Per questa vicenda, in due sono stati rinviati a giudizio dal gup Marco Procaccini. Si tratta di un 54enne e di una 48enne entrambi residenti a San Nicolò.

cellulare alla guida

ROCCARASO: CELLULARE CLONATO

– Un attacco hacker ha colpito nei giorni scorsi un imprenditore di Roccaraso. Il suo smartphone è finito sotto il controllo di ignoti che lo hanno utilizzato per inviare comunicazioni tramite WhatsApp a oltre 500 contatti presenti nella rubrica del dispositivo, generando un’ondata di richieste di denaro. A informare sull'accaduto è stato lo stesso imprenditore, che ha immediatamente presentato una denuncia ai carabinieri e alla polizia postale. L’azione sarebbe partita da un link ricevuto via messaggio da un professionista, anch’egli vittima inconsapevole.