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Pubblicato: 30 Gennaio 2020
“Convocazione immediata di un Tavolo tecnico interno al Comune per ricostruire la storia della bomba sociale esistente in via Ilaria Alpi, al civico 23, e per fissare lo stato attuale della situazione in punta di fatto con disposizione di eventuali approfondimenti tecnico-giuridici. Redazione di una relazione finale del lavoro del Tavolo da consegnare al Prefetto di Pescara Gerardina Basilicata con la richiesta della convocazione di una seduta urgente del Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza per definire in modo puntuale le misure da adottare per disinnescare quella bomba e liberare i residenti del quartiere da quella prigione di degrado, risse e paura. L’intera procedura andrà completata entro un mese, quando riconvocheremo la Commissione Sicurezza per verificare i risultati e le determinazioni scaturite da tale lavoro. È quanto deciso stamane nel corso della seduta della Commissione, alla presenza dei dirigenti comunali, oltre che dell’assessore alla Sicurezza Adelchi Sulpizio e degli stessi cittadini”. Lo ha ufficializzato il Presidente della Commissione Sicurezza del Territorio Armando Foschi al termine della riunione odierna, svoltasi alla presenza, tra gli altri, del Comandante della Polizia municipale Danilo Palestini, della dirigente del settore Ambiente Emilia Fino e del Capo di Gabinetto Guido Dezio.
“La situazione in via Ilaria Alpi è assolutamente critica, una pentola a pressione innescata che rischia di saltare – ha rimarcato il Presidente Foschi – e, se possibile, dopo il sopralluogo della Commissione è persino peggiorata. Da quel giorno i residenti riferiscono di minacce ricevute attraverso il citofono per aver denunciato le condizioni di invivibilità della zona, di risse filmate col cellulare in cui addirittura un operaio intervenuto per lavori sulle linee idriche sarebbe stato aggredito da una donna extracomunitaria, abitante al civico 23, che lo accusava di voler chiudere il suo contatore. Dopo il sopralluogo, che ha fatto emergere anche una realtà di degrado strutturale dell’edificio, di proprietà privata, con un tetto in amianto che presenta fori e buchi, con una dispersione scontata delle particelle cancerogene nell’aria, e 24 appartamenti senza acqua, luce e gas, ritengo ci siano elementi a sufficienza per istituire un faldone che coinvolga anche Arta e vigili del fuoco”. Ma anche il Comune ha avviato i propri passi: “In realtà l’amministrazione ha già emesso due ordinanze – ha detto la dirigente Fino -: la prima nel 2017 a carico dei privati per chiedere la rimozione del tetto in amianto; la seconda nel 2018 un’ordinanza per la pubblica incolumità. Entrambe sono rimaste disattese e a questo punto potrebbe intervenire il Comune, per poi rivalersi sui privati, ma per la rimozione di 800metri quadrati di amianto servono risorse, oltre 100mila euro, con forti dubbi circa la possibilità di recuperare quelle somme”. “Resta che il problema va affrontato e risolto – ha aggiunto il Presidente Foschi -: grazie all’ordinanza anti-sovraffollamento firmata dal sindaco Masci, i vigili urbani hanno potuto eseguire il censimento all’interno degli appartamenti, su 24 alloggi ne restano 5 o 6 da verificare, e sappiamo che nello stabile sono presenti circa 130 extracomunitari che vivono in condizioni igienico-sanitarie impossibili”. “Per quanto riguarda lo stato dell’amianto presente sul tetto – ha spiegato il Comandante Palestini – occorre una valutazione che certifichi la sua condizione di pericolosità, giustificando un intervento forzoso d’urgenza. Vero è che ci sono abitazioni senza servizi minimi essenziali, abbiamo effettuato i controlli e, sulla base dei riscontri, abbiamo chiesto l’intervento formale di tutti i soggetti deputati, tra i quali il tecnico del Comune che deve valutare l’abitabilità degli alloggi, ovvero l’esistenza dei requisiti igienico-sanitari affinchè un appartamento sia abitato da persone e la situazione delle proprietà. A oggi manca il parere necessario dell’unico soggetto che può intervenire per sostanziare l’intervento del sindaco con carattere d’urgenza, ovvero la Asl che è già stata chiamata in causa. A oggi, comunque, via Ilaria Alpi è un sorvegliato speciale e le procedure stanno andando avanti, soprattutto per la questione dell’abitabilità che, se tolta, di fatto elimina anche le residenze”. “A questo punto, come ha confermato anche l’assessore Sulpizio, la strada da percorrere ci sembra tracciata – ha definito il Presidente Foschi -: ora verrà convocato un Tavolo tecnico interno del Comune per definire, nero su bianco, la storia passata e presente dello stabile di via Alpi 23, effettuando gli approfondimenti necessari circa le visure immobiliari dei singoli proprietari. Quindi verrà redatta una relazione che diventerà oggetto di una riunione urgente del Comitato prefettizio per l’Ordine pubblico e la sicurezza. Riteniamo che entro un mese massimo l’intera procedura dovrà essere stata completata per portare al Tavolo della Commissione i risultati e i provvedimenti che le Istituzioni decideranno di adottare e che presenteremo ai cittadini”.